Attualità
Le scoperte alla Ciota Ciara richiamano l’attenzione del mondo accademico
BORGOSESIA – Che il Monte Fenera rappresentasse una miniera d’oro utile per la ricostruzione della storia del nostro territorio dal punto di vista paleontologico e antropologico lo avevamo già capito grazie ai numerosi ritrovamenti avvenuti durante le campagne di scavi compiute dall’Università di Ferrara negli ultimi tredici anni.
Ma ora, grazie alle recenti scoperte riguardanti alcuni resti umani, il massiccio che sovrasta la città di Borgosesia è piombato al centro dell’attenzione del mondo accademico.
Ne è conferma la grande partecipazione alla conferenza di presentazione dei resti appartenenti all’Homo di Neanderthal rinvenuti all’interno della Ciota Ciara organizzata dal Museo Carlo Conti in collaborazione con il Comune e con la Sovrintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio.
L’incontro, in Pro Loco, ha riunito alcune delle figure di maggior rilievo in Italia per quanto riguarda la ricerca paleoantropologica: sono intervenuti, dopo i saluti istituzionali tenuti dall’assessore al Museo Paolo Urban, e all’introduzione della direttrice del Museo Carlo Conti, Viviana Gili, del curatore, Gabriele Ardizio, Paolo Ferrari e Lucia Pompilio, rispettivamente presidente e direttore dell’Ente di Gestione Aree Protette della Valle Sesia, e Michela Palazzo, Soprintendente archeologia belle arti e paesaggio per le provincie di Biella Novara VCO e Vercelli.
Poi i professori Giorgio Manzi, dell’Università La Sapienza di Roma, membro dell’Accademia dei Lincei, e Carlo Peretto, dell’Università di Ferrara, hanno presentato una discussione attorno al tema del valore della ricerca paleoantropologica e della musealizzazione dei reperti, passaggi fondamentali per la ricostruzione storica.
Ne è un esempio, e qui andiamo al focus della conferenza, quanto realizzato durante le campagne di scavi alla Ciota Ciara dove, grazie al lavoro continuativo dei ricercatori dell’Università di Ferrara, negli ultimi anni sono stati rinvenuti sei denti e un osso occipitale intero identificati come appartenenti alla specie umana.
Questi ritrovamenti, di cui hanno dato un’approfondita trattazione Marta Arzarello, professoressa dell’Università di Ferrara e direttrice dello scavo insieme ai dott. Sara Daffara, Gabriele Luigi Francesco Berruti e Julie Arnaud, sarebbero tasselli fondamentali per completare il quadro di quanto finora si conosce sulla storia dell’Homo di Neanderthal e, naturalmente, su quella del nostro territorio. L’importante lavoro di ricerca e catalogazione è stato svolto in stretta collaborazione con il Museo Carlo Conti, il quale, a completamento dell’incontro di sabato, ha organizzato per la giornata di domenica 1° maggio un’escursione sul Fenera per visitare la grotta Ciota Ciara insieme ai ricercatori universitari e, per i più piccoli, una visita guidata alle sale espositive.
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