Attualità
«Leggere, scrivere e far di conto»
ALAGNA – Come di consueto, anno dopo anno sfogliamo l’«album dei ricordi» della nostra comunità per descrivere la vita degli alagnesi nei tempi passati. In questa occasione abbiamo trattato il tema della scuola, soffermandoci sulla condizione della fascia più giovane della popolazione. Sono riemersi così fatti, figure, progetti e cambiamenti che riguardano il mondo dei nostri ragazzi, a partire dalle generazioni più lontane da noi.
Verso la fine dell’800, nei suoi scritti Giovanni Giordani suggeriva l’esistenza ad Alagna di un elevato grado di alfabetizzazione, con la sua testimonianza che «tutte le famiglie possedevano libri tedeschi che erano letti dagli uomini e dalle donne». Prima dell’Unità d’Italia il funzionamento della scuola elementare alagnese era demandato principalmente alla Carità dei Poveri (Almosna der Ormu), che doveva nominare e stipendiare gli insegnanti, fornendo al tempo stesso gratuitamente i libri agli allievi.
Da documenti d’archivio sappiamo che il maestro era tenuto a fare scuola «due ore abbondanti alla mattina, e tre ore dopo mezzodì per cinque mesi all’anno»: infatti i bambini potevano frequentare le lezioni solo dopo la metà di novembre e fino a metà di aprile, quando non erano impegnati ad aiutare i genitori nei campi o negli alpeggi.
Fondamentale anche questa volta è stata la collaborazione dei nostri compaesani, per far tornare alla luce fotografie e documenti del passato e dei tempi più recenti, con un coinvolgimento veramente esemplare. Ogni famiglia avrà così la soddisfazione di riconoscere i suoi cari nelle immagini che si susseguono, mese dopo mese, ad Alagna e a Riva (con le sue frazioni di S. Antonio e di Boccorio). Dove è stato possibile, abbiamo cercato di identificare i componenti dei gruppi fotografici e di dare loro un nome, a partire dall’età più giovane, gli anni dell’asilo, fino alle prime classi della scuola media «televisiva».
Con questo calendario siamo arrivati alla fine del ciclo di argomenti dedicati alle varie fasce della popolazione: nella prossima (e forse ultima) ricerca vorremmo occuparci più in generale delle antiche famiglie del posto, per fissare delle memorie che vanno scomparendo pian piano. Ci pare un compito doveroso, che va intrapreso per ricordare le figure degli alagnesi più rappresentativi e conservare l’eredità che ci hanno lasciato.
Elisa Farinetti
Immagine di archivio
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