Attualità
L’esposizione «Una fontana per Emanuela Setti Carraro» nel teatro della Pro Loco
La giornata dedicata all’inaugurazione del monumento di piazza Mazzini è poi proseguita con l’apertura ufficiale dell’esposizione «Una fontana per Emanuela Setti Carraro, storia di un progetto».
La mostra, allestita nell’ingresso del teatro Pro Loco, ripercorre passo dopo passo la storia della realizzazione e dell’ideazione della fontana-monumento, dalla fase progettuale, attraverso i bozzetti e i disegni dello «Studio Dan», fino alle foto del cantiere che ne testimoniano la costruzione. Insieme a questi documenti, è stato riservato uno spazio anche per la testimonianza diretta della vita dei coniugi Dalla Chiesa, attraverso fotografie, parole e ricordi. Inoltre, a cogliere di sorpresa i visitatori, vi è, posizionata al centro della sala, la riproduzione 1:1 del monumento, realizzato con base di polistirolo e statue di argilla, gli stessi prototipi utilizzati dagli artisti per effettuare la colatura in bronzo. Nell’esposizione si può trovare lo studio del basamento che, profilato sulla figura di una stella, è stato realizzato con un gioco di sedute che vanno a comporre l’emblema della Repubblica Italiana. Su di esso, semplice piedistallo, sono posizionate cinque statue in bronzo che costituiscono una scena, una narrazione e alla cui realizzazione è dedicata la maggior parte della mostra. Il programma per l’inaugurazione di sabato 7 settembre ha previsto la presenza in Pro Loco dei tre artisti dello «Studio Dan» che hanno curato il progetto e la realizzazione del monumento: Edgardo Canuto, Fabio Dal Molin e Rodolfo De Bernardi di Biella. Gli artisti sono stati a disposizione dei visitatori per raccontare le fasi di studio e di sviluppo del progetto che ha riunito tecniche artistiche tradizionali con l’utilizzo dell’innovativa tecnologia digitale.
Dopodiché, nel tardo pomeriggio, Fabiola Paterniti ha presentato il suo libro «Tutti gli uomini del Generale»: il racconto della storia degli uomini che insieme a Carlo Alberto Dalla Chiesa indagarono e rischiarono la vita per combattere contro la mafia, difendendo lo Stato. Tra i loro nomi compaiono anche quelli dei magistrati Antonio Spataro e Gian Carlo Caselli. Uomini che, dopo l’assassinio del Generale, furono completamente dimenticati, ma a cui viene data voce dopo tanti anni grazie a questo libro e a cui viene restituita la riconoscenza per aver sacrificato la loro vita in nome di un ideale e di uno Stato. Il libro, come ha detto l’autrice durante la presentazione « vuole essere un lascito per le nuove generazioni, perché anche loro abbiano gli strumenti per riflettere e soprattutto per ricordare la storia recente che raramente viene raccontata a scuola».
La serata di sabato è poi continuata con lo spettacolo teatrale «Forte come la morte è l’amore» incentrato sulla storia d’amore tra Carlo Alberto Dalla Chiesa e Emanuela Setti Carraro, presentato dall’associazione «Mnemosyne», per la regia di Davide Mariani e la drammaturgia di Ettore Radice. Rifacendosi alle lettere d’amore che i due coniugi si scambiarono durante la loro relazione, la pièce ha raccontato la loro vita insieme, ricostruendo però anche un pezzo di storia italiana. L’esposizione, organizzata dal Comune di Borgosesia e dalla Fondazione Valsesia, in collaborazione con la Pro Loco cittadina sarà aperta gratuitamente al pubblico fino a domani, sabato 21 settembre con orari 9-12, 15-18.
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