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«Luoghi del cuore», il FAI sceglie la Valsesia e Valduggia

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VALDUGGIA – Il progetto «I Luoghi del Cuore», nato nel 2003 per iniziativa del FAI in collaborazione con Intesa San Paolo, è il più grande censimento spontaneo del patrimonio culturale italiano. L’undicesima edizione ha annunciato ben  ventitré programmi,  che rispondono a una delle più importanti campagne nazionali di sensibilizzazione dei cittadini sul valore del  patrimonio  e sulla necessità di proteggerlo.

Ventitré luoghi e ventitré storie speciali, per raccontare un’Italia che ama il suo territorio. Tredici regioni e dieci nuove province, che non avevano finora ricevuto il sostegno della campagna, hanno partecipato al bando e superato la soglia dei 2.500 voti raccolti.

Tra i luoghi finanziati che avranno nuova vita grazie all’impegno del FAI, c’è l’Antica Fonderia di campane Achille Mazzola 1403 a Valduggia, per la quale verrà realizzato un carillon di campanine a uso didattico. Per costruire l’articolato manufatto, che serve a  insegnare l’arte campanaria, saranno utilizzati gli stampi dell’antica fonderia. L’obiettivo è quello di tramandare una tradizione molto radicata sul territorio anche presso le giovani generazioni. A Valduggia, la fabbricazione di campane della Fonderia Mazzola è stata effettuata in maniera artigianale dagli inizi del Quattrocento fino a pochi anni fa. La prima testimonianza della produzione Mazzola è l’antica campana della Chiesa di Luzzogno, nel Verbano Cusio Ossola, su cui è incisa la data «1475» sormontata dal marchio della Fonderia.

Fino alla fine dell’Ottocento tutti i passaggi per la preparazione delle campane, compresa la fusione in bronzo, erano realizzati direttamente di fronte alle chiese per le quali venivano prodotte. Uno degli ultimi maestri fonditori, che nella sua carriera ha saputo coniugare la maestria di fondere campane con altre realizzazioni artistiche di indiscutibile bellezza, fu Achille Mazzola. Nato nel 1876, terzo di otto fratelli, fin da piccolo frequentò la storica fonderia di famiglia, imparando dal padre Luigi i segreti dell’arte di fondere i metalli. Iniziò da apprendista con piccoli lavori: intagliare nella cera le figure e le scritte per decorare le campane, da cui il nome «fusione a cera persa», preparare l’argilla per ricoprire il mantello della campana, scavare la fossa dove porre le sagome delle campane pronte a ricevere la colata metallica. Achille, come il fratello Enrico che morì giovanissimo, era un creativo con una spiccata predisposizione per il disegno e il modellato, che segnò la sua vita sia di fonditore che di scultore. Completò i suoi studi presso l’Accademia Albertina di Torino e l’atelier del celebre scultore Casimiro Debiaggi, dove perfezionò la sua grande passione per la scultura. Nel 1905 partecipò all’Esposizione Generale Valsesiana che si tenne a Varallo, presentando alcune sue creazioni in bronzo che riscossero un notevole successo e menzioni d’onore.

La sua attività principale rimase comunque sempre legata alla fonderia di famiglia, dalla quale uscirono importanti concerti campanari, come la grande campana di 30 quintali per il Santuario della Madonna della Guardia nei pressi di Genova, o quella ancora più grande- 40 quintali e 50 Kg- nel 1940 per la chiesa della Consolata di Torino, la fusione più imponente realizzata nella fonderia valduggese.
Achille ricevette in quegli anni prestigiosi riconoscimenti per il suo lavoro di fonditore. Nel 1907 vinse due medaglie d’oro, una a Pisa in occasione dell’Esposizione internazionale, l’altra all’Esposizione di Acqui Terme, e ancora una medaglia d’oro a Torino nel 1911, all’Esposizione Internazionale dell’Industria e del Lavoro.

Durante le due guerre mondiali la fonderia Mazzola venne dichiarata industria a servizio bellico e parzialmente convertita alla produzione di componenti militari. Ciononostante non si fermò la realizzazione di campane, vera anima e motore delle fucine.

Dopo le devastazioni dei bombardamenti, nell’ultimo dopoguerra tutto riprese e si fecero nuove fusioni, perché le campane dovevano tornare al loro posto sui campanili mutilati, a rimpiazzare quelle fuse per fare armi. I segreti della produzione artigianale hanno continuato a essere tramandati di padre in figlio fino alla chiusura dell’attività nel 2004, poi recuperata e restaurata, non nella funzionalità ma nella memoria, dai coniugi valduggesi Carlo Barlassina e Gisella Fantini. Nell’arco di sei secoli sono state fuse circa 35.000 campane, ora sparse in tutto il mondo (Cina, America, Australia e Africa). Oggi l’Antica Fonderia è Luogo del Cuore del FAI, traguardo prestigioso raggiunto grazie a 17.457 voti ottenuti: un lungo e impegnativo lavoro di raccolta di firme in piazza, durante fiere, feste, mercati e porta a porta, che rende onore alla Delegazione FAI della Valsesia per i tanti anni spesi a servizio del nostro territorio.

 

Caterina Gromis di Trana
Capogruppo FAI Valsesia

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