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Marco Torri, per l’associazione Amici di Lourdes, ricorda il presidente Maurizio Broglia Patron

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VARALLO – Maurizio Broglia Patron è mancato mentre era in Costarica, in visita alla famiglia.

«A lui quei posti piacevano molto» ricorda Marco Torri, per l’associazione «Amici di Lourdes», della quale Broglia era presidente da settembre 2022, incarico che comunque aveva già ricoperto in precedenza. «Ci andava tutti gli anni in inverno, per trascorrere un po’ di tempo, insieme alla moglie Cristina, con la figlia e la nipote, che abitano là. Era partito a novembre, e sarebbe dovuto rientrare in Italia in febbraio».

«Ho conosciuto Maurizio nel 1990, quando aveva partecipato al suo primo Pellegrinaggio» prosegue Torri. «Cinque anni prima aveva subito l’incidente che lo aveva costretto alla sedia a rotelle, noi lo avevamo inserito tra gli ospiti nel centro di accoglienza di Lourdes, insieme a chi avrebbe avuto bisogno di assistenza. Si era risentito: lui non intendeva affatto essere una presenza che potremmo definire “passiva”, tutt’altro: desiderava aiutare. “Fino a quando potrò” ha sempre detto, “voglio dare una mano”. Venendo a Lourdes si era reso conto che tante erano le persone con problemi più grandi e meno gestibili dei suoi: era un volontario deciso a supportarci fin dove sarebbe riuscito. E Maurizio non ha mai risposto “no”, ha sempre fatto tanto, come gli altri e forse anche di più».

«Quelli con Maurizio erano, anche in ambito associativo, confronti e discussioni produttivi, mai fine a se stessi ma innestati sullo spirito di gruppo. Animato da un carattere fortemente propositivo, lavorava sulle iniziative sempre col pensiero rivolto alle esigenze del prossimo. Ho bellissimi ricordi, di momenti anche esilaranti trascorsi insieme. Penso per esempio a quando, lui e io, avevamo tinteggiato il nostro deposito: “tu dipingi la parte sopra io quella sotto”, mi aveva detto, e andava avanti e indietro con la sua sedia, velocissimo per terminare il prima possibile il lavoro. E poi un’altra volta: si era iscritto alla gara Doccio-Fei di corsa a piedi in salita. Lui in carrozzina, io lo trainavo con una corda, e da dietro c’era chi lo spingeva. Ovviamente avevo fatto una fatica tremenda. Ma il vero problema sarebbe stato non tanto salire quanto scendere: quanta attenzione, perché non ci scappasse via! Insomma, con Mauri era così, situazioni naturalmente non sempre facili ad affrontarsi per lui ma anche tanta goliardia, e divertimento. Come quando avevamo preparato la polenta ai duemila metri di Pianalunga… ».

«Per ricordarlo» conclude Torri «lunedì sera ci siamo riuniti in un rosario meditativo, abbiamo letto alcuni brani scritti da lui e trasmesso un video. Stiamo attendendo che torni dal Costarica per salutarlo ancora una volta».

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