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Mostra all’antica Fonderia di campane Achille Mazzola di Valduggia

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All’antica Fonderia di campane Achille Mazzola di Valduggia, la volitiva artista Caterina D’Agostino ha organizzato una singolare mostra collettiva: “Scultura e Fotografia si incontrano al Museo”, dieci scultori (Ruben Bertoldo di Gattinara, D’Agostino Caterina di Briga Novarese, Dino Damiani di Grignasco, Antonio Di Bari di Ghemme, Enrico Fraschetti di Arona, Mojsi Harka di Borgo Ticino, Sabine Manz di Oleggio Castello, Piero Motta di Lozzolo, Sandro Pegoraro di Oleggio Castello, Giovanna Vettorello di Varallo Sesia), e sei fotografi (Raffaella Bordini, Claudia Crolla e Silvana Mazza di Borgosesia, Maurizio Merlo e Roberto Sagliaschi di Grignasco, Francesca Valsesia di Cureggio), hanno esposto le loro opere, sia all’interno che all’esterno dell’accogliente istituzione culturale, presieduta da Carlo Barlassina. La mostra è stata inaugurata sabato 22 luglio e sarà visitabile il 29 e il 30, il 5 e il 6 agosto dalle 15 alle 18.

I visitatori sono accolti dall’elegante cilindro in ferro verde e rosa, realizzato con taglio laser, posto all’ombra delle foglie di un banano, mentre in disparte un mendicante attende la carità di un pensiero generoso. Lo Scugnizzo indica con il dito levato l’entrata. All’interno, vicino al modellino del campanile, sono state disposti I chierichetti d’argilla colorata. Fotografie e sculture si intersecano, raccontando sguardi, emozioni, sentimenti, scrivendoli con la luce, o modellando terra, argilla, legno, ma anche ridando vita nuova a vecchi utensili, rottami metallici che diventano uccelli e sirene dal cuore sonante, tirando la campanella.

I fotografi si esprimono in maniera variegata, con il colore o il bianco e nero, ponendo al centro la figura umana, o scegliendo particolari apparentemente insignificanti, amplificati dalla luce. La natura è sempre una grande ispiratrice, perché nulla accade mai in maniera esattamente uguale ed un’alba sul Monte Rosa diventa unica e irripetibile, così come una bottinatrice che si carica di polline.
Alcuni degli scultori esaltano la sinuosità del corpo femminile, magari abbinato ad un animale sfuggente come la faina, ma anche la bellezza di un abbraccio, dopo tanta separatezza. Tecniche inusuali e raffinate, come la terra semirè a biscotto, il naked nudo con base in semirè o la ceramica raku, sortiscono risultati emozionanti, come testimoniano la testa di cavallo o il torso femminile. Il legno viene presentato al naturale o policromo, valorizzando le singole essenze arboree. Singolare l’Opus Nova del novantacinquenne Enrico Fraschetti, che, ispirandosi all’Opus sectile, realizza preziosi intarsi di graniti diversi, riproducendo opere d’arte famose come la Dama con l’ermellino, o ispirandosi a Van Gogh.
Alla presentazione della mostra ha partecipato anche Don Dante Airaga, che, nonostante l’età avanzata, si interessa sempre alla letteratura ed all’arte, apprezzando anche quella contemporanea.

Al termine dell’incontro Matteo Segantin, Vice Presidente del Museo e Presidente dell’Associazione Sfasciacampane, ventuno anni e da otto campanaro, ha offerto un saggio di concerto di campane, eseguendo alcuni brani su una tastiera collegata a otto campane: un valzer e due “Allegrezze”.
Anguria e sangria, preparati da Gisella, hanno mitigato la calura, favorendo il dialogo tra pubblico e artisti.

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