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Nadia Monferrini: una vita spezzata in un raggio di sole

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Nadia, un nome che significa speranza, eppure Tu le avevi proprio perse tutte le tue speranze, per rinunciare così alla vita in un mattino di luglio. Non ti conobbi mai direttamente, ma ora ti faccio camminare ancora un po’ con me e ho cercato di incontrarti nei ricordi delle persone che ti hanno amata e apprezzata. II tuo papà, non ha profferito parola, il volto impietrito dal dolore, la tua mamma, esile come un uccellino, si tormenta alla ricerca di un motivo, la mia amica Rita Ti aveva incontrata appena finito il lockdown cui ci ha costretti la pandemia, ed aveva notato il tuo sguardo smarrito, riproponendosi di parlarti, ma non ce ne fu l’occasione. 

I giorni si inseguono veloci, è arrivata l’estate, la stagione che amavi di più: trascorrevi lunghe ore distesa al sole che ti bruniva la pelle, ma questa non era un’estate come le altre, qualcosa in te si era spezzato, non l’avevi confidato a nessuno, semplicemente ti allontanavi, rifugiandoti nel silenzio, mentre la solitudine dell’anima ti avvolgeva inesorabilmente, spegnendo il tuo sorriso. Quelle che chiamavi le tue “sorelline, le tartarughe che accudivi con tanto amore, continuano a percorrere con studiata lentezza quei sentieri che tu avevi segnato per loro, apparentemente imperturbabili, protette da quel guscio in cui si rinchiudono al minimo cenno di pericolo: tu purtroppo non eri riuscita a costruirti una corazza di certezze e tutto ti feriva, fino a renderti esangue. Amavi le piantine grasse, soprattutto le cactacee: da quegli aculei nell’estate sbocciano fiori che durano un solo giorno, come questa tua vita troppo breve, quasi un preludio senza svolgimento, terminato con un commiato fuori tempo. 

Nadia so che Tu eri una persona speciale come una rosa blu, dal cuore grande con tanti sogni nel cassetto, ma non hai avuto il tempo necessario per realizzarli, spero che ora tu abbia trovato la pace ed una risposta a quelle domande insidiose che a poco a poco hanno eroso la tua giovinezza e la tua voglia di vivere. Ti porto con me, condividendo percorsi e pensieri, come se fossero aquiloni che si alzano sempre più in alto, dove l’aria è tersa, non ci sono più nuvole né incomprensioni. Per favore lascia a chi ti rimpiange un po’ di serenità.

 

Piera

 

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