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“Non c’è un minuto da perdere, altrimenti rischiamo di trovarci a novembre in una situazione ancora più grave”
“Non c’è un minuto da perdere, altrimenti rischiamo di trovarci a novembre in una situazione ancora più grave”: è quanto ha dichiarato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio durante il secondo giorno di sopralluoghi, avvenuto ieri lunedì 5 ottobre, nei paesi devastati dall’alluvione di venerdì e sabato scorsi, che lo hanno portato a Vercelli, Borgo Vercelli, Grignasco e in Valsesia.
“Occorre fare subito le ordinanze. Saranno disponibili 100 milioni per le massime urgenze e questa sarà la condizione per accedere ai fondi”: è il consiglio ai sindaci che il presidente Alberto Cirio, accompagnato dall’assessore Marco Gabusi, ha rivolto nel pomeriggio durante il sopralluogo in Valle Cervo, che lo ha visto fare tappa a Campiglia, al Santuario di San Giovanni d’Andorno, poi a Rosazza e Piedicavallo.
“Oggi ho parlato a lungo al telefono con il presidente del Consiglio Conte – ha proseguito – Il Piemonte è profondamente colpito da questa ennesima emergenza e ha bisogno di aiuti. Solo per quanto riguarda le opere pubbliche i danni ammontano a centinaia di milioni di euro, ora invito i private a presentare nel dettaglio i loro danni. Attendiamo a breve la dichiarazione dello stato di emergenza, che ci conferisca poteri e soprattutto risorse per intervenire”.
Infine il presidente della Regione Alberto Cirio ha accolto con disappunto le ultime dichiarazioni del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa: “Leggo che dice che la colpa dell’alluvione sarebbe dei sindaci che non spendono i soldi che hanno per l’ambiente. Caro ministro, esca dal suo ministero e venga in Piemonte a sporcarsi un po’ con i nostri sindaci piemontesi, che non dormono da tre giorni, che spalano con le ginocchia immerse nel fango e che firmano sotto la loro responsabilità e senza ancora nessuna certezza dallo Stato, interventi di somma urgenza per mettere in sicurezza la loro gente”.
“Pulire un fiume oggi in Italia non si può – ha aggiunto Cirio – perché la burocrazia delle sue leggi è tale da bloccare qualsiasi intervento. In uno Stato serio, in un momento di emergenza ci si unisce per risolvere i problemi non per scaricare le responsabilità magari sui più deboli”.
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