Attualità
Novantasei, a breve novantasette, e Pompeo Preti ha sconfitto (anche) il coronavirus
VARALLO – A quasi 97 anni (li farà il 24 di giugno), Pompeo Preti ha fregato il covid ed è, sorprendentemente, tornato nella sua casa di Varallo, alla quale è tanto affezionato. Ovviamente, non esce: ma ognuno di noi lo dovrebbe fare il meno possibile. E’ assistito, curato (prende 16 pastiglie al giorno… no, non tutte insieme: ha una «tabella di marcia» da seguire, articolata per fasce orarie), si riposa il giusto e si tiene informato il giusto: naviga in rete sul suo pc, legge i giornali on line, va a cercarsi le notizie più interessanti e curiose, telefona e scrive ai familiari, ché stiano tranquilli, lui sta bene.
Pompeo Preti è rientrato in valle dopo un lungo periodo trascorso nel milanese: vicino alla figlia Gianna e al genero Piero Carlesi ma… in ospedale.
Covid? Sì, appunto, ma solo alla fine di un decorso tutt’altro che semplice da affrontare (insomma, non è più un ragazzino!) e durante il quale ha sperimentato momenti davvero critici.
Già nel 2017, Pompeo Preti aveva subito un ricovero dietro l’altro: prima a Vercelli per una emorragia cranica dalla quale si era poi ripreso, dopo al San Raffaele di Milano, per problemi respiratori conseguenti a una cardiopatia.
Anche in quel caso, era riuscito (che tempra!) a recuperare e a far rientro a casa, direi in piena forma.
Ogni tanto passava da me in redazione per un saluto e quattro chiacchiere. Addirittura, nel 2019 era andato in vacanza al mare, sparandosi un viaggio di mille chilometri in treno. A ferie concluse mi aveva confidato che era già pronto per andarci di nuovo l’estate successiva.
Ovviamente, non ci si aspettava di trovarci, tutti, invischiati in questa tremenda pandemia.
Pompeo (che tanti conoscono come «Pio») ha passato la Pasqua 2020 da solo, il Natale 2020 da solo: in buone condizioni di salute. A inizio gennaio 2021 non si sente bene: la figlia e il genero salgono a Varallo e ritengono opportuno trasportarlo al Pronto Soccorso, in ospedale a Milano, dove gli diagnosticano una infezione alle vie urinarie e una broncopolmonite, non da coronavirus però: tampone negativo. Grazie alla terapia antibiotica risolve entrambi i problemi ma i polmoni risultano compromessi: «Dovrà convivere con l’ossigeno» dicono i medici ai familiari. «Cominciate ad attrezzarvi con una bombola». Alla vigilia delle dimissioni, di prassi la somministrazione di tampone: che questa volta è positivo. Ennesimo ricovero quindi per Pio, a Cassano d’Adda, in una struttura covid, post acuzie però, per malati in convalescenza e dove fa della riabilitazione: a fine febbraio esce e rimane a casa della figlia per un paio di settimane. Senza ossigeno: non ne ha bisogno, satura tra 96 e 99.
Da Gianna e Piero sta bene, è chiaro, ma scalpita, desidera rientrare finalmente a casa sua a Varallo.
Dove è appunto ora, regolarmente “monitorato” ma di nuovo, felicemente, in salute.
Farà proprio piacere ai suoi tanti amici varallesi, e ai soci del movimento della Terza Età di cui è stato «anima» fino a che l’emergenza sanitaria non ha congelato tutto quanto, saperlo guarito e ancora, dopo quel che ha passato, piuttosto in gamba!
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