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Per i ragazzi dell’Alpinismo Giovanile e di Montagnaterapia del Cai Valsessera una bellissima due giorni

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1100 metri di dislivello positivo, 18 km percorsi, 2750 quota massima raggiunta, 8 ore totali di camminata. Questi i numeri del piccolo trekking che ha coinvolto, nelle scorse settimane, il gruppo di Alpinismo Giovanile e di Montagnaterapia del CAI Valsessera con destinazione il Rifugio Claudio&Bruno, in Alta Val Formazza, affacciato sull’Arbola (e quello che ne rimane del ghiacciaio) e sul Lago del Sabbione.

«Siamo partiti di primo mattino da Pray a bordo di due pullmini» racconta la referente Marta Tadi; «arrivati a Riale, una pausa spuntino per permetterci di affrontare con le giuste energie il primo tratto di camminata che ci ha visti impegnati in una continua salita per circa due ore, attraversando un sassoso canalone fino a raggiungere quota 2500 metri. Dopo la sosta per il pranzo abbiamo proseguito verso il Rifugio Mores e da qui, l’ultima fatica fino al Rifugio Claudio&Bruno. Ad accompagnarci nel tragitto, marmotte, arnica montana, achillea, gigli martagoni, genepì e… stelle alpine».

Tadi si sofferma quindi sulla calorosa accoglienza ricevuta al rifugio: «Ci hanno subito servito un buon tè caldo, apprezzato da tutti vista la temperatura che si assestava intorno ai 17 gradi. Dopo la sistemazione in due camerate è arrivata presto l’ora di cena: abbondante e fumante pasta al ragù, spezzatino con polenta, patate e piselli, crostata di albicocche. Piatti restituiti in cucina quasi senza bisogno di essere lavati da tanto che sono stati “spazzolati”. La serata è trascorsa con un’interessante attività di riflessione e condivisione sulla tematica del bullismo e dell’inclusione, guidata da Irene, counselor del gruppo di Montagnaterapia. E’ seguita una breve uscita in notturna a vedere le stelle ma freddo e stanchezza hanno prevalso facendoci battere in ritirata!».
Dopo un sonno ristoratore e una super colazione la comitiva è ripartita verso Riale, passando per la Piana dei Camosci, il Rifugio Città di Busto, l’Alpe Bettelmatt e il Lago di Morasco.

«Entusiasmo e soddisfazione hanno superato la stanchezza» conclude Tadi; «Il gruppo è stato davvero superlativo: educato e rispettoso in rifugio, tenace e determinato nella salita, collaborativo e carico nell’aggregazione. Ripeteremo sicuramente un’altra escursione simile perché i ragazzi sono stati davvero fantastici, sono arrivati a destinazione senza mai lamentarsi e alla fine erano entusiasti. Siamo curiosi di conoscere, invece, per il gruppo di Montagnaterapia, i valori di glicemia monitorati durante il trekking e nei giorni successivi. Confidiamo che l’esperienza in quota – ricordo che abbiamo raggiunto gli oltre 2.500 metri – e il dislivello affrontato abbiano apportato molti benefici anche a livello di salute».

Il prossimo appuntamento per l’Alpinismo Giovanile sarà domenica 27 agosto in occasione dell’annuale raduno sezionale al Monte Barone mentre i ragazzi della Montagnaterapia si ritroveranno il fine settimana successivo, 3 e 4 settembre sempre per raggiungere il rifugio Monte Barone dove per altro pernotteranno.

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