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Piero Velatta di Carega premiato dal CAI Varallo come socio da 50 anni

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Il nostro affezionato lettore Piero Velatta di Carega è stato premiato dal CAI Varallo come socio da 50 anni. Per lui questa si è rivelata l’occasione di ripensare al suo andare sulle nostre montagne, e in particolare a una salita, di tanti anni fa, all’alpe Pianello di Rimella, per sistemare la cappella dedicata a Santa Barbara.
Qui sotto il suo emozionato ricordo.
In una giornata d’inizio dicembre, nebbiosa e piovosa, avevo preparato lo zaino con tutti i miei attrezzi ed ero partito da Carega per andare alle Piane Belle di Varallo dove mi aspettava il mio amico Enrico Calzino. Da lì ci eravamo avviati verso San Gottardo di Rimella. Avevamo preso il sentiero che porta all’alpe Selletto. Una piccola pausa sotto il portico della chiesetta alla posa dei monti, dopodiché ci eravamo rimessi in cammino fino all’alpe. Una volta arrivati, sul posto avevamo incontrato il nostro caro amico Bruno Calzino che, con il suo cuore sempre buono generoso, ci aveva preparato una buona tazza di caffè caldo. La nostra destinazione era l’alpe Pianello, dove era necessario eseguire alcuni lavori alla cappella dedicata a Santa Barbara, che quando è rivolta verso la valle protegge tutti i pastori nei prati verdi. La strada era molto irta e gli zaini molto pesanti, ogni tanto ci si doveva fermare per recuperare le forze. Mi ero appoggiato a una roccia e avevo guardato il mio caro amico che con qualche lacrima mi aveva detto: «Ma chi ce lo fa fare… » ma il sentimento d’amore che ci ha sempre legati alla montagna ci aveva dato la forza di proseguire. Mentre comminavamo lungo il sentiero ci eravamo trovati immersi in una nebbia meravigliosa, umida e piovosa, che scomparendo aveva formato uno spettacolare mare di foschia che copriva tutta la valle: rimanevano fuori solo le punte delle montagne. Finalmente arrivati, ci eravamo tolti le giacche per farle asciugare al sole. Un panino veloce, e avevamo iniziato subito a lavorare. Su quei monti si sentiva soltanto il rumore del battito di punta e mazzetta che picchiava sulla pietra. Avevamo lavorato fino a tardi, sfruttando la giornata, e intanto pensavamo al ritorno.
Si era fatto buio e noi avevamo dovuto accendere la pila frontale. Ci eravamo fermati sempre alla chiesetta, per una breve sosta. Lì mi era tornato in mente quando io e il mio amico Giorgio Salina eravamo saliti sulla vetta del Corno Bianco per sistemare sotto la roccia la Madonnina: «Sotto quella roccia ti ho sistemato mia bella Madonnina, fa che nel mio piccolo cuore rifletta sempre un raggio di sole».

Ringrazio il parroco don Giuseppe che ogni anno sale all’alpe per dire Messa; grazie agli amici Renato, Bruno, Vittorio, Franco, Flaminio che hanno aiutato a realizzare la cappella di Santa Barbara.

Un ricordo particolare a Luigi, Gaudenzio, Felice, che incontravo quando passavo da San Gottardo.

Piero Velatta

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