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Popillia Japonica, il coleottero «nemico» delle colture rilevato anche a Borgosesia

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BORGOSESIA – Arriva dall’Oriente e, pur essendo completamente innocuo per l’uomo, è estremamente dannoso per la vegetazione e per le coltivazioni.  Si tratta di un insetto che all’aspetto potrebbe ricordarci, perché molto simile, un maggiolino, ma è la Popillia Japonica, un coleottero verde che si sta rapidamente diffondendo anche in nord Italia, in particolare nella zona del Ticino e nel Novarese, provocando gravi danni al settore agricolo.

La Popillia Japonica

Specie originaria del Giappone, la Popillia Japonica è arrivata in Europa nell’estate del 2014 e, proprio per gli ingenti danni che può provocare, è considerata dalla normativa fitosanitaria un organismo nocivo. Come sancito dal D.M. del gennaio 2018, è obbligatorio cercare di contenere la diffusione e l’infestazione di questo particolare coleottero; la Regione Piemonte ha, pertanto, avviato un piano di monitoraggio e contenimento con l’installazione di centinaia di trappole per la cattura dell’insetto e posizionando nelle zone a rischio una segnaletica specifica, comparsa anche a Borgosesia. Sembrerebbe infatti che anche in alcune zone della città sia stata rilevata la presenza del coleottero e delle larve (altrettanto nocive), tanto da raccomandare agli abitanti e ai visitatori di prestare attenzione per cercare di non facilitarne la diffusione. I cartelli in fotografia sono stati posizionati in prossimità di alcune piante all’interno del parcheggio di viale Varallo, il cosiddetto «piazzale Milanaccio», a Borgosesia; come si legge, la Regione informa tutti i frequentatori che nella zona di sosta sono presenti numerosi esemplari di Popillia Japonica, intimandoli di assicurarsi di non trasportarla con la propria auto.

Come riconoscerla

Riconoscerla è facile: gli adulti hanno un corpo tendenzialmente ovale, lungo 8 – 12 mm e largo 5 – 7 mm. Il colore di fondo è verde brillante mentre le elitre (ali anteriori) sono bronzee. I ciuffi di peli bianchi ai lati e all’estremità dell’addome permettono di distinguere questo coleottero scarabeide da altre specie simili.
Tra giugno e luglio la Popillia Japonica vive la sua massima diffusione e, di conseguenza, tutte le colture che interessano questi mesi sono fortemente a rischio; in agosto e settembre diminuiscono sensibilmente, ma il loro ciclo vitale è di circa un anno, questo significa che anche nello stato larvale possono costituire un pericolo per le nostre zone verdi e per i campi agricoli.
In fase larvale la Popillia Japonica si nutre prevalentemente di radici di piante erbose, causando ingentissimi danni alle colture erbacee e soprattutto a prati e tappeti erbosi. In fase adulta, invece, cominciano i problemi per l’agricoltura: questo coleottero si nutre di una moltitudine di foglie, frutti e fiori di una miriade di specie diverse: alberi da frutto, vite, nocciolo, piccoli frutti, mais, soia, piante ortive e ornamentali (es. rosa, glicine), essenze forestali e specie selvatiche (es. tiglio, betulla, robinia, rovo, ortica).
A causa del loro comportamento gregario possono essere presenti in gran numero su una o più piante vicine, provocando estese erosioni a carico di foglie, fiori e frutti in maturazione. Per riconoscere la presenza di questi coleotteri si può controllare come è stata mangiata la foglia: quella preda della Popillia Japonica ha un aspetto scheletrico perché questo insetto ne divora il tessuto, lasciando intatte le nervature. La presenza delle larve invece può essere verificata andando a sezionare il manto erboso, e controllando fisicamente l’effettiva infestazione del terreno. A tanti sarà capitato di vedere in alcune zone del Novarese, accanto alle risaie o ai vari campi coltivati, curiose installazioni a forma di ombrello, ricoperte da una fitta rete: si tratta delle trappole per la cattura dell’insetto posizionate dal  settore Fitosanitario della Regione che ha avviato, anche per questa stagione, contromisure a basso impatto ambientale per contenerne l’infestazione. Sono misure specifiche per le grandi coltivazioni, pertanto non possono essere utilizzate nei giardini privati, ma per contenere i danni che arrecano alle colture e alle piante ornamentali è bene cercare di eliminare questi insetti con altri metodi. Possono essere raccolti a mano, soprattutto nel prime ore del mattino quando sono poco reattivi, e poi eliminati, in alternativa si possono far cadere, scuotendo la vegetazione, in una bacinella con acqua e alcune gocce di sapone liquido che ne ostacola la fuga. E’ possibile ricorrere a trattamenti con insetticidi appositamente registrati per la difesa delle colture o con formulati a uso non professionale.

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