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Premio Nazionale di Bontà «Sant’Antonio di Padova»: a ritirarlo anche il dott. Adolfo Pascariello

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Sabato 1 giugno, a Padova, si è svolta la premiazione del 45° Premio Nazionale di Bontà «Sant’Antonio di Padova», che è stato assegnato all’Auser di Borgomanero e in particolare ai medici che vi operano gratuitamente.
L’ambulatorio, nato nel 2009, conta ora 23 medici, distribuiti tra le varie specialità, che assieme a nove dentisti svolgono la loro opera senza percepire alcun compenso a favore degli indigenti, degli immigrati, dei richiedenti asilo non in grado di pagare le indagini, esami e le visite mediche.
Tra gli altri a ritirare il premio c’era anche un varallese, il dottor Adolfo Pascariello, che opera presso la sopracitata struttura.
L’Arciconfraternita di S. Antonio di Padova da 45 anni promuove questo premio nazionale il cui tema quest’anno era «Non è sufficiente non fare il male per sentirsi giusti:  è necessario fare il bene e promuovere ogni bene nella società».
Erano presenti a consegnare il riconoscimento il priore dott. Leonardo Di Ascenzio, l’assessore alla Cultura del Comune di Padova, dott. Cristina Piva, il questore di Padova, dott. Paolo Fassani, l’arcivescovo mons. Fabio Dal Cin, delegato pontificio per la Basilica di S. Antonio in Padova, il cappellano dell’Arciconfraternita di S. Antonio padre Andrea Vaona dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali.
Questa la motivazione:
«Il gruppo di primari medici in pensione, nel contesto delle attività della sezione AUSER di Borgomanero in Novara, ha fondato e gestisce un ambulatorio polispecialistico gratuito dedicato a donne e uomini alle periferie esistenziali della società.  Un tale esempio di volontariato da parte di un gruppo di professionisti in quiescenza, che potrebbero facilmente e legittimamente dedicare il proprio tempo a continuare l’arte medica a titolo remunerativo, costituisce per i giovani e per la società intera un indubbio modello di bontà e di valorizzazione delle professionalità individuali finalizzata alla salvaguardia della dignità umana, soprattutto nel momento della sua massima vulnerabilità ovvero la malattia.

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