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Presentata la seconda edizione del Progetto “Artisti Pionieri” a Guardabosone

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GUARDABOSONE – Sabato 23 luglio, nel cuore di un pomeriggio caldo e assolato, in cui a Guardabosone erano aperti e visitabili tutti i musei e le chiese, un buon numero di persone si è assiepato nella piazza della chiesa parrocchiale per la presentazione itinerante delle opere della seconda edizione del Progetto “Artisti Pionieri”, donate da: Cristina Micheletti, Elena Radovix, Antonella Colombi, Gabriella Dusio, Pietro Chiodo e Luciano Maron Pot.

La novità di quest’anno era la mostra di opere realizzate dagli artisti che partecipano al progetto Artisti Pionieri, allestita nella Casa Parrocchiale, concessa in comodato dalla Curia, la quale, avendo constatato che il paese è una comunità viva in cui si investe sull’arte e sulla bellezza, ha ceduto gli spazi che sovrastano il museo parrocchiale per farne una “Casa della Cultura” per le Associazioni del Paese.

Aprendo l’incontro sono stati ricordati gli artisti che l’anno scorso hanno avviato il percorso d’arte all’interno del paese: Filippo Armenise, Fabio Nicola, Ireneo Passera, Piero Motta, Dino Damiani, Jacopo de Dominici. E’ stato interessante ascoltare le lusinghiere motivazioni degli artisti che, anche quest’anno, hanno accettato di donare un’opera, per arricchire quella che è una galleria d’arte diffusa, ma molto discreta, in cui le opere appaiono quasi per caso, anzi sono da ricercare, si affacciano di sorpresa, sono realizzate con materiali semplici: sabbia, ghiaia, legno, acciaio corten, colori acrilici e colori da muro, sfruttandone le qualità aggrappanti, integrate con l’ambiente che le accoglie.

“Abitare a Guardabosone per me è come stare sempre in villeggiatura, uscendo di casa in un luogo armonico nel quale anche i rapporti tra le persone sono improntati alla cordialità”: prima di partire per il nuovo itinerario tra le sette opere da scoprire, Nicole Bosco, Sindaco di Guardabosone, ha ringraziato Cesare Locca, che ha tenuto le fila di un rapporto intenso e proficuo tra gli artisti e questo paese, continuando a tessere amicizie che si mantengono nel tempo, concetto ripreso da Cesare per sottolineare l’amicizia e la collaborazione che si crea tra gli stessi artisti e che ha aiutato a superare anche le difficoltà degli allestimenti di quest’anno: “Guardabosone è un posto che fa cultura da mezzo secolo, le persone che ci abitano lo sanno e ne sono coinvolte: abbiamo, credo, maturato il diritto di avere una galleria permanente all’aperto, con opere collocate in modo pensato, cercando la connessione intima tra luogo e artista. Non è stato facile, perché tutti sappiamo che l’arte, più di altri settori, ha sofferto per la pandemia, ma i nostri artisti hanno saputo uscire dalla dimensione del singolo per ragionare in termini di collettività. Per riempire di contenuti il progetto c’è voluto davvero molto coraggio: occorreva mettersi tutti nella dimensione dei fruitori di questa bellezza, e anche gli abitanti di questo paese, dopo un’iniziale, comprensibile diffidenza, ora stanno collaborando”.

Le artiste di Vitrea: Antonella Colombi e Gabriella Dusio, hanno realizzato due opere, la prima collocata in una stretta fessura tra le case, costituita da due dischi mobili che prendono e danno luce, l’altra nella ferita di muro in cui erano stati incassati dei tubi: partendo da una base in acciaio, colate di vetro si allungano verso l’alto, giocando con la luce, e di notte l’illuminazione a led accresce la suggestione.

Lo scultore Pietro Chiodo ha creato una armoniosa figura femminile che regge sul capo un vaso come quelli che servivano a trasportare l’acqua, ma è tutto bucherellato: un monito a non sciupare, a non lasciar sfuggire le opportunità.

I Messaggeri di Cristina Micheletti, sono stati collocati all’esterno di un rustico, con una vecchia scala a pioli, appoggiata in diagonale, che introduce al collegamento tra acqua, terra, alberi: “Ho voluto realizzare un’opera discreta, non invadente, che si armonizzasse con il contesto, realizzata utilizzando con terra e ghiaia del territorio: i miei colombi, che riprendono un’antica tradizione del paese, sono autentici messaggeri di pace”.

Accanto al Museo delle Tradizioni e degli Attrezzi Agricoli, ha trovato casa l’opera astratta di Luciano Maron Pot, ispirata da Dante, per regalarci le quattro stelle della Croce del Sud: “Puosi mente / a l’altro polo e vidi quattro stelle / non viste fuor ch’a la prima gente”.

Dopo lo sguardo all’opera di Elena Radovix (purtroppo in assenza dell’artista che era ammalata), collocata in una radura accosto alla strada che da Ponte Strona sale a Guardabosone, un suggestivo omaggio alle donne del paese che hanno conservato storia e memoria, superando le fratture delle guerre, l’itinerario si è concluso presso la Madonna del Carretto con un “aperitivo cenoiro” in musica, organizzato da Leonardo a sostegno del progetto “Green Team”.

 

Piera Mazzone

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