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Presentato ad Alagna il Calendarlibro 2025

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Presentato ad Alagna il Calendarlibro 2025

ALAGNA – Al tradizionale appuntamento di mezza estate nel Palazzetto dello Sport di Alagna, gremito di pubblico per la presentazione del Calendarlibro 2025, l’8 agosto, aleggiava l’assenza di Elisa Farinetti: nessuno aveva il coraggio di ricordare quella perdita tanto recente quanto difficile da accettare.

Presentato ad Alagna il Calendarlibro 2025

Paola Leonoris – che con Elisa e Donata Farinetti, è autrice di questa pubblicazione così speciale, che è diventata ormai una tradizione, promossa e sostenuta dal Lions Club Valsesia – ha spiegato come quest’anno la ricerca abbia approfondito il tema delle famiglie alagnesi, studiate nella complessità dei loro intrecci, ricordando quelle estinte e dando spazio a quelle nuove.

“Ogni famiglia alagnese era la custode di un pezzo di territorio e questo rivestiva una notevole importanza dal punto di vista amministrativo, che si riflette sul presente”: il Sindaco, Roberto Veggi, ha confermato che, come promesso lo scorso anno, quello che era il suo ufficio, nella storica casa walser delle vecchie scuole, tornerà ad essere un’aula-museo dell’antica scuola ottocentesca, e sarà intitolata proprio ad Elisa Farinetti.

“Tra i valori fondanti del Lions Club c’è la salvaguardia delle specificità delle culture locali, raccordate ad un fine di solidarietà ed arricchimento per l’intera umanità”: Andrea Ballarini, Presidente del Lions Club Valsesia, ringraziando i numerosi soci presenti: “Che amano Alagna e vi trascorrono periodi di villeggiatura, cogliendo l’anima di un paese che ha conservato le proprie tradizioni e mantenuto un forte profilo di comunità alpina”, ha espresso gratitudine alle autrici, che ogni anno trovano temi significativi da approfondire “distribuendoli” nei dodici mesi, coinvolgendo l’intero paese nelle ricerche di fotografie documenti e testimonianze.

Studiare le famiglie non è affatto semplice, perché spesso nomi e cognomi si ripetono, ed occorre conoscere e collegare gli appellativi distintivi, i soprannomi che diventavano caratterizzanti per diversificare le varie persone. Paola Leonoris ha ricordato che tre quarti dei matrimoni venivano celebrati nei mesi invernali, quando gli emigranti tornavano in paese: “Alle cerimonie veniva invitato tutto il paese, poi, con il trascorrere del tempo, si passa alle cerimonie più ristrette in tempo di guerra e la sposa abbandona anche il tradizionale costume”.

Correva il rischio di essere dimenticata anche la “Canzone della sposa”, studiata e analizzata da Davide Filiè, linguista germanico, docente ai corsi di lingua Walser, nelle due sedi di Alagna e di Rimella: “Questa canzone ha un testo in tedesco con inserzioni in tittschu ed evidenzia un’evoluzione linguistica, prodotto dell’incontro tra culture affini ma diverse, messe in contatto dall’emigrazione”.

Per immaginare come si vivesse ad Alagna un secolo fa sono fondamentali gli studi condotti da Pietro Giordani, che riporta dialoghi tratti dalla vita quotidiana, e di Emil Balmer, svizzero della zona di Berna, che nel 1922, scendendo dal Passo del Turlo, accompagnato da Josef Prato, arrivò ad Alagna per compiere un’analisi linguistica sulla comunità walser che estese poi anche a Rimella e a Gressoney.

“Conoscere il paese è conoscere la gente del paese”: il titolo dell’intervento del Professor Massimo Bonola, nacque leggendo le bozze del calendario: “Trovai che il contenuto era davvero straordinario, ponendo le premesse per ulteriori ricerche: soltanto persone di Alagna come Donata, Elisa e Paola, che facevano parte della gente del paese, avrebbero potuto lavorare ad una ricerca del genere”. L’intervento è stato volutamente lasciato incompleto, perché la morte di Elisa ha tracciato un discrimine difficile da colmare: “Non volevo andare avanti, desideravo segnare l’assenza, una perdita che impoverisce l’intero paese”.

Il libro dei battesimi – ha spiegato Bonola – iniziò ad essere tenuto nel 1589 e segnò la stabilizzazione dei nomi di famiglia, che in realtà, come confermano gli studi di Viazzo, persistevano da più di cinquecento anni. Le ventuno famiglie analizzate sono sufficienti per sostenere tesi storiche importanti per l’intera comunità. L’elenco delle professioni indica come Alagna fosse una Comunità variegata in cui operavano nove notai, sette albergatori, dodici sacerdoti, cinque minerari, dieci imprenditori edili, cinque artisti, due impresari industriali, tre medici. Altrettanto interessante potrebbe essere l’esame dei registri dei matrimoni che iniziano nel 1718.

Enrico Rizzi, storico delle Alpi e specialista di storia della colonizzazione medioevale, considerato il massimo studioso dei Walser, non manca mai questo appuntamento: “Quest’anno vengo con tristezza perché con Elisa il paese ha perso uno dei suoi figli migliori”. Rizzi ha ricordato che la famiglia è la seconda pelle dell’uomo, mentre la terza è la casa Attraverso gli studi di Mazzola un famoso genetista, che concorreva al Nobel, emerge come l’endogamia, cioè i matrimoni tra consanguinei, condannati dalla chiesa cattolica, in realtà non andassero a discapito della “razza”. Rizzi ha poi citato l’opera preziosa dell’abate antonio Carestia che raccolse tra gli alagnesi pergamene e documenti, analizzati e studiati nei lunghi inverni alpini, trascrivendoli in quaderni, dei quali l’originale è andato smarrito, ma ne esiste una copia in Biblioteca a Varallo e una all’Archivio di Stato: “Il Carestia centocinquant’anni fa voleva fare la storia delle famiglie alagnesi, recuperata nel calendario, il cui filo conduttore è il profondo amore per il paese: il sentimento più nobile che possa allignare nell’animo umano”.

Nel calendario si parla anche dei segni di casato e di tabellionato che avevano sempre alla base una croce, a testimoniare la fede delle genti Walser, e si modificavano di padre in figlio. La reliquia della Sacra tunica, conservata dal 1134, in Germania nel duomo di Treviri, rappresentata in un quadro votivo appeso in chiesa, reca scritte, decifrate da Davide Filiè, che confermano come i tedeschi di Alagna fossero culturalmente e linguisticamente vicini ai fratelli d’oltralpe.

Il ricavato dalla vendita dei libri, e dei calendari, finanziati dal Lions, negli anni è stato devoluto alla SAV, Soccorso Alta Valsesia, al Corpo Guide di Alagna per le attività con i bambini, alle scuole primarie di Alagna.

Al termine della presentazione Paola Leonoris ha rivolto un appello affinchè fotografie e documenti siano conservati e a creare copie fisiche delle immagini digitali, mentre Bonola ha ricordato che nel 2025, il 10 giugno, ricorrerà un anniversario importante per Varallo e l’intera Valsesia: “In un diploma imperiale del 10 giugno 1025 vengono citati l’alpe di Otro, il Ponte de Varade e la rocca di Roccapietra”: l’avvenimento, con il coinvolgimento delle scuole e delle rispettive amministrazioni comunali, verrà ricordato con un convegno e mostre a tema, a Varallo e ad Alagna.

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