Attualità
Presentato il Bollettino Storico Vercellese numero 98 al Museo Leone
VERCELLI – Giovedì 23 giugno, presso il Museo Leone, gentilmente concesso dal Presidente Professor Gianni Mentigazzi, è stato presentato il Bollettino Storico Vercellese n. 98, stampato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli e pubblicato con la generosa offerta di 1.000 €, fatta dal socio Aldo Zani, che si augura che il suo gesto venga presto emulato.
Questo Bollettino con le scritte e il logo in colore rosso mattone, celebra un appuntamento importante: il sodalizio vercellese ha raggiunto il mezzo secolo di presenza sul territorio, ma soprattutto di ininterrotta attività culturale. Alla Società Storica Vercellese è stato conferito il premio della XVIII edizione di “Italia Medievale 2021”, istituito dall’Associazione Culturale Italia Medievale di Milano, come prima classificata nella categoria “Istituzioni”, che comprende enti pubblici, università, musei e biblioteche.
Nel primo saggio Gianmario Ferraris ripercorre l’esperienza culturale della Società Storica Vercellese dal 1997 al 2021 soffermandosi soprattutto sulla sua capacità di crescere culturalmente attraverso la collaborazione con i centri di ricerca universitari, prima regionali, poi cittadini e nazionali. Segue un articolo redatto dal Presidente, Giovanni Ferraris: I primi cinquant’anni della Società Storica Vercellese, in cui l’autore espone sommariamente le attività congressuali ed editoriali svolte dalla Società Storica Vercellese nei cinquant’anni trascorsi dalla sua fondazione nel 1972.
Tra i contributi si segnala per l’interesse valsesiano: Cristian Vinazzani Affari e percorsi illeciti tra Valsesia e Monferrato nell’età moderna. La Valle fu al centro di diverse potenti aree locali: lo Stato di Milano, il Ducato Sabaudo e il Monferrato. I confini del territorio furono tracciati dal conte Beraudo di Pralormo, primo pretore sabaudo cui fu affidata la gestione della valle. L’archivio della Pretoria offre diverse testimonianze relative a processi contro vari contrabbandieri nei territori valsesiani tra XVI e XVII secolo. L’area della Valsesia è stata studiata con tecnologia GIS (Geographic Information System): è la prima volta che il nostro territorio è analizzato con questo sistema computerizzato, in grado di restituire la geografia del passato.
Deborah Guazzoni è autrice di un saggio sulle origini della scherma a Vercelli e quindi è stato invitato Sergio Giuntini, Presidente dell’Associazione dei cronisti e storici dello sport e Vice Presidente della Società italiana di storia dello sport, pioniere della storia dello sport del Novecento, che ha tenuto una conferenza intitolata: Note di storia dello sport vercellese, in cui sono emerse figure interessanti dello sport vercellese. In una recente tesi di laurea è stata studiata la figura di Carolina Parena, docente vercellese di ginnastica femminile, dopo la riforma Martini del 1893, quando si passò da un modello ripreso dalla Germania ad uno schema di educazione fisica di impronta anglosassone. Le “passeggiate ginnastiche” erano lo strumento per portare le ragazze a contatto con realtà diversificate, anche economiche, proponendo mete diversificate: patriottiche, come l’ossario di Palestro, o naturalistiche, come i boschi della Sesia. Passando al calcio sono stati citati Attilio e Fabrizio Maffi e, per ricordare che ci fu anche uno sport che cercò di opporsi alle dittature, Giuntini ha parlato di Annibale Caneparo, nato a Occhieppo Inferiore (allora provincia di Vercelli, oggi di Biella) il 17 luglio 1905, decorato di due Medaglie d’Argento al Valor Militare.
Nel 1922 era emigrato in Francia per ragioni di lavoro. Rientrato in Italia nel 1925 per soddisfare gli obblighi di leva, Caneparo era entrato nel movimento giovanile comunista clandestino. Nel 1928 il ritorno in Francia (ad Aulnay-sous-Bois) dove il giovane emigrato lavorò come manovale nell’impresa edile di uno zio e s’impegnò nell’attività politica con gli italiani che aderirono al Partito comunista francese. Nel 1936 partì da Parigi per partecipare alla Olimpiada Popular, organizzata dal governo spagnolo del Fronte Popolare e dal Governo della Catalogna e programmata a Barcellona dal 19 al 26 luglio 1936, indetta come contromanifestazione rispetto agli XI Giochi Olimpici, ospitati a Berlino dalla Germania nazista. L’evento non poté tuttavia avere luogo a causa dello scoppio della guerra civile spagnola. Caneparo restò in Spagna a combattere in difesa della Repubblica democratica. Fu poi tra i primi organizzatori della Resistenza armata in Piemonte, divenne Commissario politico della II Zona militare in Valle d’Aosta. Giuntini è anche autore di un volume sul calciatore Antonio Bacchetti, soprannominato “O Cammello”, che nel 1951 venne processato per fatti avvenuti durante la Resistenza, e poi amnistiato. Parecchi giocatori della Pro Vercelli ebbero ruoli importanti nella Resistenza: Giulio Casolari “Nino”, Walter Casolari “Tito”, Guido Tieghi, Walter Sarasso, Ugo Rosso: “Questo smentisce che lo sport fosse stato completamente fascistizzato: molti giovani scelsero un’altra Italia”.
Nella seconda parte del suo intervento Giuntini ha parlato dell’atletica leggera, in cui Vercelli non ebbe una grande tradizione, ma: “Il primo e unico Campionato Italiano di Atletica leggera si tenne a Vercelli il 18 giugno 1905. A Varallo il 13 luglio 1980 si tenne il Campionato Italiano di Maratona”. Sono stati poi ricordati il campione di atletica leggera che vinse il titolo tricolore assoluto nei quattrocento ostacoli: Giuseppe “Palo” Fantone, e gli atleti Normanno Massa e Francesco Zandano, staffettista in Nazionale.
Tra le grandi figure dell’atletica femminile vercellese Giuntini ha citato: Elisabetta Perrone di Camburzano, e le borgosesiane Fabia Trabaldo e Elena Romagnolo, che detiene il primato italiano tremila siepi.
L’intervento del Professor Giuntini è stato molto apprezzato anche dai non sportivi, perché è stato avvincente e soprattutto collegato alla storia del territorio.
Al termine Giovanni Ferraris, Presidente della Società Storica, ha citato il caso di Aldo Milano, noto come ”primo martire fascista”, mentre il compianto Presidente Rosaldo Ordano, in una pubblicazione sui primi cinquant’anni di storia vercellese del Novecento, che restò inedita, perché l’autore fu persino minacciato, fece chiarezza su quell’episodio travisato.
Piera Mazzone
Referente della Comunicazione della Società Storica Vercellese
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