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Presentato il volume di Michele Marziani a Varallo

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Presentato il volume di Michele Marziani a Varallo

VARALLO – Sabato 7 settembre 2024, a Varallo, nel Salone XXV aprile, sede dell’Associazione Culturale Fiorile e Messidoro è stato presentato il volume di Michele Marziani: Dove dormi la notte. Un racconto di Resistenza, pesca e socialismo (MonteRosa edizioni).

Presentato il volume di Michele Marziani a Varallo

L’autore ha dialogato con Enrico Pagano, direttore dell’Istorbive, e Piera Mazzone, direttore della Biblioteca Civica “Farinone Centa” di Varallo. Gli interventi sono stati intercalati da letture a cura di Costanza Daffara, Presidente di Fiorile e Messidoro e attrice.
L’iniziativa è stata organizzata da Istorbive in collaborazione con Biblioteca Civica “Farinone Centa” di Varallo, Associazione Culturale Fiorile e Messidoro, Centro Libri Punto d’Ascolto, Anpi Varallo e Alta Valsesia. Bruno Rastelli ha portato il saluto dell’Anpi Provinciale.
Il volume è incentrato sulla figura di Giovan Battista Stucchi, un uomo di sinistra che aveva una grande sintonia con i giovani, personaggio che ricoprì ruoli chiave nella storia italiana del Novecento: da ufficiale degli alpini nella ritirata di Russia, a rappresentante dei partigiani italiani presso i servizi segreti americani e inglesi in Svizzera, fino ad essere nominato comandante unico della Repubblica partigiana dell’Ossola nel 1944. Dopo la fine della guerra fu eletto in Parlamento e per trent’anni sedette in consiglio comunale a Monza. Scrisse le sue memorie nel volume:“Tornim a baita, dalla campagna di Russia alla Repubblica dell’Ossola”.

Stucchi: “ragazzo del ’99” appassionato di montagna e di pesca, avvocato, antifascista, ma non militante, capitano degli alpini nella seconda guerra mondiale, dopo la tragica ritirata di Russia e l’otto settembre entrò nella Resistenza.

Pagano, sottolineando come la data della presentazione del libro, alla vigilia dell’8 settembre, non fosse affatto casuale, ma facesse riferimento ad uno snodo cruciale della storia del nostro paese: “Nuto Revelli parlò di sprofondamento dell’Italia, dal quale il paese riemerse grazie all’energia morale di chi voleva cambiare, passando dal dissenso teorico all’azione: fu la ribellione morale al disfacimento di un regime”, ha chiesto a Michele Marziani quali fossero stati i motivi che lo indussero a raccontare questa esistenza esemplare. “Se si è pescatori non si può essere cattive persone”: scrisse il parroco Don Remigio Biancossi e Marziani, leggendo ventidue anni fa le memorie di Gibi Stucchi, ne scoprì la profondità di pensiero e desiderò raccontarne le vicende esistenziali. Lo fece da romanziere, scrivendo una storia, ma prima si documentò a fondo, per anni, sulla storia della Resistenza e sulla ritirata di Russia: “L’urgenza della scrittura mi ha guidato, così come il comune amore per la scrittura: Stucchi scrisse moltissimo, anche durante la ritirata del Don, scrivere per lui era importante, ma era anche un gesto fisico, oltre che un modo per trasmettere delle idee: in copertina c’è un particolare, tratto da un acquarello di Beppe Novello, che ritrae Gibi Stucchi mentre scrive nel mezzo di una guerra disastrosa, per lasciare memoria di quanto sta accadendo”. Nel libro emergono figure come Umberto Terracini, i Bonfantini, ma anche Mario Soldati, che si rifugiò a Corconio sul lago d’Orta: “Uno splendido luogo per chi voglia ritirarsi a scrivere un libro”. Costanza Daffara tra i brani scelti ha letto anche un pezzo dal quale emerge l’intenso rapporto che Stucchi ebbe con il suo attendente durante la guerra di Russia, al quale rese omaggio scrivendogli una lettera in cui emerge come Stivalocchi fosse stato un esponente di quel popolo che gli aveva insegnato a credere negli uomini. Il sottotitolo del volume: Un racconto di Resistenza, pesca e socialismo racchiude tre parole chiave: Pagano ha chiesto provocatoriamente all’autore se davvero l’unica sopravvissuta sia la pesca. Marziani ha ricordato come nel dopoguerra molte persone delle campagne e della montagna si spostarono a lavorare nelle fabbriche, in una sorta di deportazione volontaria, e l’unico svago dopo il lavoro fosse proprio la pesca, un modo di riconnettersi alla natura, all’ambiente: “Negli anni Sessanta/Settanta c’erano cinque milioni di pescatori”.

Le figure femminili nel romanzo sono poche, ma rispecchiano delle eccellenze come Giulia Crespi, proprietaria del Corriere della Sera e fondatrice del FAI, proprietaria della , il primo esperimento di agricoltura biodinamica in Italia.
Il fatto che Stucchi fosse passato alla storia come Marco Federici, il suo nome di battaglia, ha indotto a formulare alcune riflessioni sulle scelte di questi nomi da parte dei partigiani. Marziani ha sottolineato come GB Stucchi fosse: “Un adulto in un mondo di ragazzini”, come dimostra la fiducia riposta in lui da una settantina di alpini in fuga dopo l’8 settembre da Fortezza in Alto Adige, diretti verso la Valtellina, per evitare la deportazione in Germania.

Stucchi, come molti della sua generazione, fu deluso da quanto successe dopo, nel dopoguerra, ma il suo non fu uno sterile lamento, ma la consapevolezza che ciascuno, in qualunque momento, può cercare di fare meglio. L’attualità del suo pensiero è evidente.

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