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Problema cinghiali, attenzione alta

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Martedì 26 si è tenuta a Varallo, presso la sede dell’Unione Montana, un’importante riunione convocata dalla Provincia di Vercelli per fare il punto sulla situazione del piano di contenimento dei cinghiali in vista dell’inizio dell’attività venatoria e dell’ormai prossima approvazione del piano stesso da parte dell’Ispra. L’incontro è stato occasione di proficuo confronto fra associazioni di cacciatori, agricoltori e amministratori dei vari Comuni interessati.
L’opportunità di chiarirsi – anche in modo abbastanza vivace – sulle reciproche esigenze alla luce dei provvedimenti normativi che stanno per entrare in vigore è stata particolarmente utile, perché ha permesso all’assessore provinciale a Caccia, Pesca e Montagna – il varallese Roberto Carelli – di tracciare di fronte a tutte le parti in causa il quadro entro cui tutti sono chiamati a fare la loro parte per fare fronte al problema della presenza sempre più massiccia degli ungulati.
«Purtroppo la mancata apertura della caccia di selezione per la nostra zona è stata penalizzante perché è mancata questa azione di contenimento» dice Carelli «ma la Provincia non ha comunque abbassato la guardia, continuando nel piano di abbattimenti programmati e introducendo le gabbie, strumento rivelatosi efficace e apprezzato dagli agricoltori pur se accolto con non poche perplessità dai cacciatori. Cacciatori che il nuovo piano investe della responsabilità di organizzare per UTG o Comuni squadre per l’attività di contenimento».
«Va rilevato che la bontà del lavoro di “raccordo e dialogo istituzionale” effettuato sinora dall’ente fra parti spesso con esigenze diametralmente opposte ci è stato riconosciuto dal consigliere regionale Angelo Dago (che già da assessore provinciale si era occupato di questi temi), presente anch’egli all’incontro di martedì» osserva Carelli «Va comunque rilevato che una provincia come la nostra ha sensibili problematiche differenziate per territorio: se in Valsesia preoccupano i cinghiali, nella Bassa ci sono criticità per la folta presenza di nutrie, piccioni, cormorani…».
Problemi che diventano ancora più seri, dato che le risorse sono limitate rispetto ai bisogni e che vi sono ben note carenze d’organico, visti i 6 soli operatori di vigilanza (due per l’area valsesiana e quattro per la restante porzione del territorio provinciale).
«I successi tuttavia non mancano e mi sento di dire che anche sotto il profilo del confronto si sono fatti incoraggianti passi avanti» conclude Carelli. «Il 14 settembre inizierà l’attività venatoria e a fine settembre sarà approvato il nostro piano, di cui ribadisco validità ed efficacia. Disporre di questo strumento normativo e operativo ci permetterà di essere più efficienti sotto il profilo del contenimento, avviando così il problema a una soluzione che speriamo possa essere accolta con favore da tutti gli interessati. Per parte nostra, come Provincia continueremo anche a sensibilizzare sull’importanza del “fare squadra”: solo così potremo applicare un piano di contenimento condiviso che ha come scopo tutelare gli interessi di chi esercita l’attività di coltivazione e di chi quella venatoria, a completo beneficio del territorio».
Un’ultima annotazione: coloro che avessero da segnalare dei danni subiti da fauna selvatica contattino le guardie ittico-venatorie o il servizio Caccia e Pesca della Provincia (0163 590343 o 0163 590344).

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