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Quarona: labaro nuovo ma i valori son quelli di sempre

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Un labaro nuovo per la sezione quaronese dell’Anpi. E’ stato inaugurato durante un incontro al salone Sterna. Sul palco, Gioele Perolio che ha presentato relatori e ospiti, Marco Bozzo Rolando, presidente, i sindaci di Quarona, Sergio Svizzero, e Cellio con Breia, Daniele Todaro, il presidente Anpi Biella avv. Gianni Chiorino, Enrico Pagano, direttore dell’Istituto storico con sede a Varallo; ma anche, sul palco, i figli di due partigiani, Valeria Morena Tribaudi e Angelo Allegra, e due partigiani: il quaronese Andes Cora, classe 1923, e Costanza Arbeia, tre anni di meno, originaria di Oleggio.
Sergio Svizzero ha portato i saluti dell’Amministrazione e ha voluto sottolineare l’importanza della nostra Costituzione, dei valori di «equità, uguaglianza, tolleranza». Ha ricordato le radici della Carta Costituzionale, «che affondano nella lotta partigiana. Oggi confermiamo valori antichi ma sempre universalmente validi».
«E’, questa, una giornata importantissima» ha detto Daniele Todaro. «Perché oggi si rinnova un simbolo. Anche il Comune di Cellio con Breia condivide questi imprescindibili valori incarnati nella bandiera. Il territorio di Breia pagò tra l’altro un tributo molto alto durante l’ultima guerra». E l’avv. Chiovino: «Questo labaro ha il sapore di nuovo ma i valori sono gli stessi». E poi: «Istruzione, cultura, apertura mentale sono le migliori terapie per curare il fascismo». Marco Bozzo Rolando ha ripercorso un po’ i «precedenti»: risale al 1946 la prima bandiera dell’Anpi Quarona, sodalizio che allora già esisteva ed era attivo sul territorio comunale, donata dall’ing. Giovanni Rolandi; la seconda, sostituita appunta da quella inaugurata domenica, è della metà Anni Settanta, voluta dall’allora presidente (e attuale presidente onorario) Giuseppe Galli.
Il labaro nuovo, ha spiegato Bozzo Rolando, riporta sette stelle a memoria dei sette partigiani quaronesi morti durante la Resistenza (Giuseppe Allegra, Pierino Bertolini, Giovanni Bettola, Aldo Crozzoletto, Elia Degiovannetti, Esterina Perincioli, Carlo Tosalli), la stella alpina, già sulle mostrine rosse dei partigiani, e due strisce bianche, a ricordare i due lunghi inverni resistenziali. E infine, la scritta che celebra la Valsesia come medaglia d’oro per il valore nella Resistenza. Infine, l’intervento di Enrico Pagano, che ha rievocato il forte attaccamento dei quaronesi alla bandiera, per loro un simbolo fondamentale: «Ai tempi del secondo conflitto mondiale Quarona era un centro con una politicizzazione operaia molto forte, la stessa comunità operaia era assai numerosa e compatta. D’altra parte il concittadino Carlo Gallarotti era uno squadrista, e molteplici furono le spedizioni, in abitazioni e alloggi, alla ricerca della bandiera. Il labaro dell’Anpi che inauguriamo si rinnova nella forma ma non nella sostanza, e vuole ribadire una continuità tra allora e oggi. Nessuna bandiera può essere sottoposta a umiliazioni e violenze. Così come non si può prescindere da quei valori che abbiano al centro la persona con tutti i suoi diritti. I valori insiti nel labaro sono giunti fino a noi, così difendiamo la nostra Costituzione applicandola alla quotidianità. La Carta Costituzionale non solo come punto di riferimento ma come realtà attuativa».
Anche Costanza Arbeia ha voluto ricordare un paio di cose: «Non possiamo dimenticare, perché dobbiamo portare avanti quei valori, insiti nella Costituzione, che noi abbiamo fatto, con i nostri sacrifici, in un anno e mezzo di Resistenza».
La giornata è proseguita a Cavaglia, con l’omaggio floreale alle lapidi di G. Defilippi e L. Varalli. uccisi dai fascisti nel gennaio del 1944, e di B. Mascaretti, che i fascisti uccisero nell’aprile di quello stesso anno. Poi, al Circolo, il pranzo «della bandiera».

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