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Riva Valdobbia : inaugurata la mostra degli scultori Fabio Nicola e Ireneo Passera

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Roberta Locca con Attilio Ferla dell’Associazione Culturale Walser Valle Vogna, Eco Museo di Riva Valdobbia e della Val Vogna, grazie alla disponibilità del Parroco, Don Carlo Elgo, giovedì 18 luglio hanno organizzato nella suggestiva e discosta Corte della Casa Parrocchiale una mostra di scultura di Fabio Nicola e di Ireneo Passera, che si è conclusa domenica 21 luglio con un laboratorio tenuto da Ireneo Passera: “Scopriamo come scolpire la pietra”. Poche opere riempivano il suggestivo cortile interno, ma assumevano grande rilievo nell’esposizione in plein air, intitolata: “Di legno e di pietra”: l’essenza materiale delle case valsesiane, tra tradizione ed esperienze acquisite altrove. Legno-Vita, Pietra- Eternità. Legno-Calore, Pietra-Gelo. Gli opposti si attraggono ed interagiscono per riempire le trame degli Affetti, con un ordito di consapevolezza. Così le opere di Ireneo Passera e Fabio Nicola prendono forma e sostanza nel presente attingendo al passato ed inseguendo il futuro.

I due scultori hanno voluto ringraziare gli organizzatori e il pubblico scrivendo le loro impressioni:

NELLA CORTE DI RIVA VALDOBBIA: E’ un rumore di laboratorio quello che si è trasferito dalla bassa all’alta Valsesia, in un’accogliente corte a Riva Valdobbia. Rumori dal suono ormai antico, provocati da gesti manuali ripetitivi e dimenticati, si susseguono sovrapposti e continui, perdendosi nell’aria alle spalle di una monumentale chiesa incastonata tra le strettoie di vie acciottolate che, pian piano, mugugnano di voci umane e chiassose auto. Rumori carichi di nostalgia che risvegliano in valle gli antichi mestieri, di cui rimane solo una lontana eco. Tanto sono secchi e decisi sulla pietra che sembra voglia resistere imperturbabile ad ogni colpo di scalpello e mazzuolo, resistente al ferro che la incide, tanto sono morbidi e sordi sul legno, dove la sgorbia permette di intagliare e solcare la sua venatura. Gesti sapienti di scultori che rivelano con arte forme nascoste agli ignari presenti che guardano. Fabio ed Ireneo due modi di interagire con la propria materia, pietra e legno, terra e pianta, legame inscindibile di una natura florida e audace di queste terre alte. Come le case Walser, di pietra e di legno e poi ancora di pietra, che chiudono e tutelano il legno caldo e fragile da inverni lunghi e tormentati. Due artisti e modi di scolpire a confronto con l’unico scopo di mostrare l’amore per il proprio lavoro.

Questo breve articolo per ringraziare da parte di Fabio Nicola ed Ireneo Passera per essere stati invitati ad esporre quello che amano e fanno col loro “saper fare”. Per avere avuto l’opportunità di esporre le loro sculture nella Casa Parrocchiale, in una suggestiva ed antica dimora nel cuore della straordinaria Riva Valdobbia. Un sentito ringraziamento per tutto l’impegno e la disponibilità a Roberta Locca, ad Attilio Ferla, rappresentanti dell’ASSOCIAZIONE CULTURALE WALSER che ha organizzato l’evento “Di legno – Di pietra”, a Piera Mazzone, a Don Carlo Elgo, al Comune di Alagna ed alla comunità tutta per averci ospitati.

Nel tardo pomeriggio a Cà D’Janzo nel Relais Regina, la CasAlpina che ospitò la Regina Margherita nel 1889, è stata organizzata una tavola rotonda tra scrittori di montagna: Michele Marziani, Matteo Bertone e Max Solinas. L’idea era nata dopo il trekking dello scorso anno a Estoul per partecipare al Festival “Il richiamo della foresta”. Ognuno dei tre scrittori, accomunati dall’amore per il bosco e la montagna, aveva scritto un pezzo per Vogna la rivista annuale dell’Associazione: si era quindi pensato di creare un evento letterario anche in Valsesia.

Matteo Bertone, vercellese, è autore di “Impure”: “La scrittura per me qualche volta è un peso al quale vorrei sottrarmi, magari per fare un giro in montagna, e poi mi piace imparare le parole della montagna per dare il nome giusto alle cose”. Max Solinas, scultore bellunese, ha esordito come narratore con il romanzo: “Il lupo e l’equilibrista”: “La scultura è venuta prima della scrittura. Il lupo è quello che non siamo, ma che vorremmo essere: il lupo è il mio Maestro e la mia guida, perché il vero Maestro è quello che non parla, che condivide il grande fascino della natura, che non ha voce”. Michele Marziani, che ha scelto di vivere in Valsesia da tre anni, ha proposto: “Il suono della solitudine”, libricino inserito in una collana che comprende ormai una quarantina di titoli, spiegando il senso dell’incontro: “Ho già scritto trenta libri, perché questo so fare e insieme con questi amici dialogheremo di libri, di montagna e sentiremo il silenzio”.

I tre scrittori hanno parlato delle loro esperienze, che hanno in comune l’”odore della montagna, ma soprattutto quello del bosco, quell’odore di verde che riconosceresti tra mille”. Dino Buzzati e Mario Rigoni Stern, scrittori di montagna, ma non solo, scrivono offrendo ai lettori la possibilità di riconoscersi e sono stati proposti da Marziani a Solinas e Bertone, che li hanno commentati, mettendo a confronto le diverse tipologie di scrittura. Per Max Solinas la letteratura resterà nel “figurativo”, usando una metafora artistica, perché si ha bisogno di riconoscersi nella pagina: “Bisogno di palpare, abbracciare, sentire”. Matteo Bertone nella scrittura cerca qualcosa che deve ancora scoprire.

Dopo l’ottima cena a letto presto, perché il mattino dopo il gruppo dei Lettori Camminatori, sarebbe partito per Estoul, facendo tappa all’Ospizio Sottile, ma quella è un’altra storia che sarà raccontata dai protagonisti.

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