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Roberto Beatrice ripercorre le due legislature vissute da Sindaco

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Siamo pressoché arrivati alla fine del mandato ed è tempo, per Roberto Beatrice, di tracciare un bilancio delle legislature vissute come primo cittadino.
«Sono stati dieci anni entusiasmanti» dice «chi, come me, ha passione per il “mondo” della politica ne è profondamente coinvolto».
La prima legislatura era partita «col botto»…
«Appena arrivati – nel giugno 2009 – abbiamo dovuto “farci le ossa”, col concreto rischio di rompercele: ricordo ancora con una certa angoscia i 763mila euro di disavanzo, il milione e 200mila euro di bollette da pagare e i 400mila euro di anticipo di tesoreria… è stata una sfida difficile, che però è stata vinta e siamo riusciti comunque a fare alcuni interventi che sembravano impensabili, stante la situazione. Abbiamo lavorato bene: collaborando con altri enti e partecipando a bandi abbiamo trovato risorse che ci hanno permesso, nonostante il bilancio “sorvegliato speciale”, opere importanti – penso all’Asilo Nido, alla Scuola Materna, a via Volta, via Iannetti – o di ottenere i contributi per la messa in sicurezza dell’area D1».
La cosa di cui è più contento e quella che è «rimasta un po’ lì»?
«Sono felice di poter dire che Grignasco oggi è un paese “normale”, uscito dall’emergenza finanziaria. Sulle cose fatte esprimo soddisfazione per l’area D1: secondo me si vedranno presto i positivi effetti della sistemazione di una zona industriale che consentirà ampliamenti delle aziende esistenti e nuovi insediamenti. Sotto il profilo personale mi ha fatto piacere il positivo rapporto che si è costruito nel tempo (sin dai mandati come consigliere di minoranza) con la gente, con le associazioni e le istituzioni. Il mio ufficio è sempre stato aperto a tutti e ogni incontro è stato occasione per arricchire il bagaglio dell’esperienza».
La cosa storta?
«L’amarezza non è tanto per un obiettivo non centrato, quanto piuttosto per i cambiamenti che ci sono stati in materia di amministrazione degli enti locali. Dal 2012 in poi eravamo usciti da una situazione difficile ma abbiamo dovuto confrontarci con un continuo taglio dei trasferimenti, col patto di stabilità, con i parametri di equilibrio di bilancio. Tutti provvedimenti che hanno penalizzato gli enti virtuosi di fatto premiando le gestioni meno attente o deficitarie. Questi limiti imposti ci hanno portati al paradosso di avere risorse ma non poterle destinare a interventi concreti: per esempio non è andato avanti il rifacimento del centro storico. Un progetto che però lasciamo come importante eredità alla nuova amministrazione».
Com’è cambiato il paese in questi dieci anni passati da Sindaco?
«Fra il 2008 e il 2010 le chiusure della Filatura e dello stabilimento Sitai di Prato sono state un duro colpo. Il lavoro è fondamentale per la dignità di una persona e ho visto da vicino il dramma di tanti che si sono trovati in condizioni molto difficili. Nel tempo ho notato un cambiamento in positivo e, grazie agli imprenditori che hanno tenuto duro, il nostro non può certo definirsi un paese dormitorio. Oggi sono felice di vedere che molte delle realtà produttive si stanno ampliando e l’ipotesi di nuovi insediamenti si fa concreta, grazie anche all’interesse per le nostre aree industriali. Sotto l’aspetto più sociale, credo che Grignasco sia una comunità forte, pur se – anche seguendo i tempi – adesso si tenda un po’ tutti a essere più isolati e a vivere il paese meno di quanto si dovrebbe. Talvolta si cede alla tentazione di lasciar fare agli altri, di non impegnarsi in prima persona… però devo dire che quando si riesce a coinvolgerlo, il paese risponde. Ciò vale per gli appuntamenti ricreativi (penso per esempio alla bella ripresa che hanno avuto eventi come “Vie in festa” e il Ferragosto grignaschese) o per le situazioni di emergenza, quando alle tante associazioni di volontariato si è affiancata anche la spontanea collaborazione dei cittadini».
Dovesse dire grazie a qualcuno il Sindaco a chi lo direbbe?
«A un sacco di gente: anzitutto al mio gruppo. Eletti e non eletti hanno sempre lavorato con dedizione, coinvolgendo con l’esempio. Poi le associazioni, dall’Aib all’Sre insostituibili in caso di necessità sino ai sodalizi che nei diversi campi tengono “vivo” il paese. Poi ai cittadini che si impegnano, ai nonni vigili, ai dipendenti comunali, alle altre istituzioni locali come la parrocchia o le forze dell’ordine… i “grazie” non si contano. Credo però che questa positiva collaborazione sia anche frutto della nostra volontà di mettere “faccia e braccia” in quello che abbiamo fatto».
Dopo 20 anni in Comune, prima come oppositore e poi alla guida dell’Amministrazione, che farà?
«Con passione ho dedicato una parte importante della mia vita all’attività amministrativa e continuerò a dare il mio contributo anche a Grignasco. Vorrei al proposito ringraziare chi con me in questi 20 anni ha fatto parte delle varie Amministrazioni. Al di là delle contrapposizioni, dei confronti talvolta anche molto accesi, riconosco a tutti, maggioranze e minoranze, la volontà di impegnarsi per il bene del paese».

E tu cosa ne pensi?

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