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Roberto Sacchi: «Stop al bracconaggio: cacciatori e residenti ci aiutino a contrastarlo»

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Roberto Sacchi: «Stop al bracconaggio: cacciatori e residenti ci aiutino a contrastarlo»

«E’ una vergogna! Sarebbe veramente ora di finirla, inaccettabile tollerare oltre certe condotte e questo modo sprezzante di sfidare la legge». Roberto Sacchi, sindaco di Alto Sermenza ma in questo caso nel suo ruolo di presidente del Comprensorio Alpino CA VC1, esprime in maniera direi netta ed esaustiva alcune considerazioni dopo il ritrovamento, qualche giorno fa, di un «fusone» di cervo [ignoravo cosa fosse un «fusone», me l’ha spiegato Sacchi: non proprio un cucciolo ma comunque un giovane ungulato – ndr] abbattuto e abbandonato in territorio comunale di Fobello.

Roberto Sacchi: «Stop al bracconaggio: cacciatori e residenti ci aiutino a contrastarlo»

«L’esercizio della caccia è disciplinato dalla legge, che stabilisce anche il reato di bracconaggio» spiega Sacchi. «Sabato scorso abbiamo ricevuto la segnalazione di questo animale, ritrovato tra l’altro in una zona di passaggio, ucciso da uno sparo. E, per decidersi a lasciarlo lì, chi lo aveva soppresso dev’essere per forza stato disturbato, tanto appunto da non riuscire caricarsi la preda. Il Comprensorio è quindi intervenuto con gli addetti per il recupero della carcassa».

«Questo è solo uno dei tanti episodi del genere che si verificano in Valle» aggiunge Sacchi. «Purtroppo, il personale preposto alla vigilanza è ridotto e mai potrebbe “coprire” tutto l’estesissimo territorio di competenza. Stesso discorso vale per i Carabinieri Forestali: pochi per riuscire a espletare i controlli che servirebbero. A questo punto facciamo appello ai cacciatori stessi ma anche ai residenti: se vi succedesse di vedere qualcosa di strano, per esempio auto non conosciute e che in genere non frequentano i nostri posti, o se doveste avvertire colpi di fucile nelle ore notturne, fatecelo sapere: a noi del Comprensorio, ai Forestali, ai Carabinieri. Bisogna porre fine a quelle che sono a tutti gli effetti azioni illegali e anche pericolose».

Parlando con Sacchi mi sono ricordata che proprio a Fobello (insieme a Cervatto) un cinque/sei anni fa il sindaco era stato costretto a emettere provvedimento restrittivo all’attività venatoria che veniva praticata sempre più vicino ai paesi e alle abitazioni e che in alcuni casi era addirittura abbinata ad appostamenti lungo le strade.

Ho allora sentito il primo cittadino fobellese Anna Baingiu (lo stesso di allora): «Il giovane cervo ucciso verosimilmente tra venerdì e sabato scorsi è stato rinvenuto fra la Costa e Boco Superiore, e in quell’area ci sono anche delle case» spiega. «Come Amministrazione comunale abbiamo richiesto a Provincia e Regione una maggiore vigilanza ma il personale è scarso e il territorio ampio».
Prosegue Baingiu: «Potrebbe anche essere che ci sia chi arriva da fuori per cacciare e, temendo di non essere benaccetto, cerchi il più possibile di agire di nascosto».

«Tengo a chiarire» dice ancora il sindaco «che nessuno ha mai avuto l’intenzione o l’obiettivo di chiudere totalmente l’attività venatoria. La caccia è sempre esistita, per necessità e come disciplina sportiva, regolata dalle normativa e praticata con responsabilità. Ora però va posto un freno: c’è chi vive la caccia non più come una passione ma come una sfida con se stessi e con gli altri: è l’animale più grosso, è il cervo, che vogliono prendere, per portarsi a casa il “trofeo” più ambito messo in palio dalla natura. Inoltre, un tempo si cacciava, come si dovrebbe, solo in montagna, c’era anche il piacere dell’ascesa: bruttissima e molto rischiosa, adesso, la prossimità alle case». A inizio settimana, infatti, il Comune di Fobello ha provveduto a diffondere in paese un avviso molto chiaro: ai sensi della legge 157/1992 l’esercizio venatorio è severamente vietato (…) nei pressi dei centri abitati.

Una riflessione ancora la fa Roberto Sacchi: «Quello rappresentato dal lupo e dai suoi attacchi a greggi e bestie è di certo un problema sempre più evidente e che richiede d’essere affrontato con criterio. Ma direi che anche il bracconaggio reclama la nostra attenzione e va assolutamente contrastato».

«Mi fa molta più impressione, e mi sconcerta molto di più» conclude da parte sua Anna Baingiu «vedere un animale ucciso da un proiettile e lasciato lì che un altro predato da un lupo. Il secondo caso rientra nel corso degli accadimenti naturali; il primo invece è il risultato di una sciagurata scelta umana».

E tu cosa ne pensi?

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