Attualità
Un affettuoso ricordo di Romeo Prachinetti

VARALLO – Romeo Prachinetti per un soffio ha mancato i cento anni, ma forse li voleva festeggiare lassù con la sua Franchina.
Un affettuoso ricordo di Romeo Prachinetti
Da qualche anno era ospite in Casa Serena, confortato quotidianamente dalla visita delle figlie, Marisa e Rita, dei generi, Valerio e Angelo, e del nipote Luca. Marisa gli era molto vicina: condivideva l’interesse per l’arte e la bellezza. Romeo aveva un notevole talento artistico, che era stato valorizzato dai laboratori organizzati nella struttura.
In Biblioteca, era stata inaugurata una mostra molto speciale, intitolata: “Pop Art”, realizzata esponendo i dipinti degli Ospiti della RSA Casa Serena di Varallo, che avevano reinventato opere d’arte famose. Il progetto era nato per offrire ai partecipanti la possibilità di comunicare con la creatività e l’immagine: Romeo, che già amava scolpire a rilievo quadretti in legno, aveva proposto opere in cui la natura era protagonista, forse memore dei suoi trascorsi giovanili a Brugaro.
Quest’anno, venerdì 30 maggio, presso il Salone Animazione di Casa Serena di Varallo, è stata inaugurata la mostra: “Ricicliamoci Pittori”, un nuovo progetto, realizzato in collaborazione con gli alunni delle classi IV dell’Istituto Comprensivo di Varallo, che avevano fornito i materiali di riciclo utilizzati per comporre i quadri rendendoli tridimensionali, in un proficuo scambio tra generazioni, poiché bambini e anziani hanno ancora molto da dirsi. Anche questa volta Romeo aveva partecipato, cogliendo lo spirito dell’iniziativa, ma era molto stanco, reso più fragile dai troppi anni che gravavano sulle sue spalle, ma fiero che all’inaugurazione ci fossero Marisa, Valerio e l’adorato nipote Luca.
Luca al funerale del nonno – celebrato da Don Roberto Collarini, Prevosto di Varallo che ha sottolineato la provvisorietà della nostra vita terrena simile ad una fragile tenda – lo ha ricordato con parole toccanti: “Piang nèn, ten dur, questo mi diceva mio nonno, ma soprattutto ‘sagrinti not’, espressione dialettale intraducibile, che fu motto del poeta e artista grignaschese Franco Fizzotti.
Il nonno non aveva avuto una vita facile, aveva conosciuto la guerra, la fame, portava con orgoglio il suo cappello alpino, nella sua cavagnola c’erano sempre le trote, ricordava volentieri gli anni di lavoro in Svizzera, il suo paese Brugaro e quel soprannome “Bracco”, che aveva voluto anche nell’epigrafe. I suoi quadretti scolpiti sono in giro per il mondo, dall’Argentina al Kuwait e naturalmente in Biblioteca.
Era uno che non si compiangeva mai: Stùma mia qui a cinquantela”. Salutandolo con il futuro nel cuore: “Qui va tut bèn, anca ‘ncoi l’è na bèla giurnà, ma ti varda giù”, sottolineando che: “Papà e mamma insegnano a rispettare le regole, ma un uomo come il nonno insegnava a scrivere le regole sociali”.
Piera Mazzone

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