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Sabato 12 luglio: un pomeriggio dedicato ai battesimi nelle comunità dell’Alta Valsesia

FOBELLO – Sabato 12 luglio si è svolta a Fobello una manifestazione dedicata al battesimo nelle comunità dell’Alta Valsesia, organizzata dalla Pro Loco del paese con la collaborazione della sezione CAI di Varallo e del Centro Studi Walser di Rimella e con il patrocinio di Comune e Parrocchia di Fobello e dell’Ente di Gestione delle Aree Protette della Valsesia.
Sabato 12 luglio: un pomeriggio dedicato ai battesimi nelle comunità dell’Alta Valsesia
Il pomeriggio si è aperto con una visita guidata a quadri e stampe raffiguranti il battesimo a Fobello esposti nel Museo del Puncetto.
Alle 15, nella sottostante sala del teatro Comunale, si è tenuto un convegno dedicato a natalità, battesimi e culle nelle comunità dell’alta Valsesia. Nella relazione introduttiva, Roberto Fantoni ha parlato della stagionalità delle nascite nelle comunità altovalsesiane presso le quali l’emigrazione nelle attività della filiera edilizia, caratterizzata da rientro nel periodo invernale, determinava una concentrazione della nascite nei mesi tra agosto e dicembre. In queste comunità i battesimi avvenivano generalmente con l’assenza del padre, con una scelta dei padrini limitata per età e professione, e soprattutto, con una scarsa partecipazione al rito della popolazione maschile; si differenziavano da queste le comunità, come quella di Fobello, in cui gli emigranti praticavano attività non stagionali legate alla ricezione alberghiera.
La giovanissima Elena Vigitello ha descritto successivamente il rito battesimale nella comunità fobellina, caratterizzato dal trasporto del bambino dalla frazione natale sino alla chiesa parrocchiale con una culla portata sul capo; interessante anche la ricca iconografia, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento. Paola Borla si è poi soffermata sul rito del battesimo a Rimella e in altre comunità walser. Mentre a Fobello questa tradizione continua a essere praticata costantemente, a Rimella l’evento si propone in modo più discontinuo; in altre comunità walser sopravvive invece solo il suo ricordo. Fiorella Mattioli Carcano ha quindi illustrato i santuari a répit, con particolare riferimento a quelli valsesiani, dove i bambini nati morti ottenevano una breve resurrezione che permetteva la celebrazione del battesimo. Il convegno si è concluso con la relazione di Angela Regis su Francesco Arcardini (Vocca 1846-Rossa 1933), che un articolo della Gazzetta della Valsesia del 14 gennaio 1933 definiva «notissimo per la industria delle cune»; Francesco non era mai sceso oltre gli aunicci dla Rocca, ma le sue culle, oltre a essere vendute al mercato di Varallo per entrare in tutte le case valsesiane, venivano esposte e premiate alle Esposizioni nazionali di fine Ottocento e inizio Novecento.
Il pomeriggio è proseguito con una rievocazione del rito battesimale dal piazzale del Museo fino all’oratorio della Visitazione e con una visita guidata all’allestimento temporaneo di una trentina di culle esposte nelle sale dell’Albergo della Posta. Tra le culle, provenienti da diversi paesi della valle, erano presenti, a fianco di quelle intagliate e colorate di Francesco Arcardini, quelle in legno non lavorato di inizio Ottocento provenienti da Alagna, quelle intarsiate e policrome eseguite da alcuni artigiani fobellini e quelle relativamente recenti di Umberto Topini di Scopa.
La giornata si è chiusa con un rinfresco offerto dalla Pro Loco di Fobello.

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