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Sabato a Varallo la presentazione del volume sullo scultore Giuseppe Sartorio
VARALLO – Sabato alle ore 10.30, in Biblioteca a Varallo lo scrittore, storico e poeta cavallirese Gianni Martinetti presenterà la sua ultima opera: la prima monografia dedicata allo scultore boccioletese di nascita Giuseppe Sartorio, noto come “il Michelangelo dei morti”, perché gran parte della sua produzione artistica era indirizzata all’arte funeraria.
Sabato a Varallo la presentazione del volume sullo scultore Giuseppe Sartorio
L’Autore dialogherà con l’Editore, Giuliano Ladolfi e con Piera Mazzone, Direttore della Biblioteca.
La monografia è costata a Gianni Martinetti cinque anni di ricerche, ma l’interesse verso questo artista era nato già nel 1991, quando il Comune di Cavallirio gli dedicò una via, perché il padre Mattia, commerciante, proveniva da Cavallirio.
Nel libro, il cui ricavato sarà interamente devoluto in beneficenza, è documentata l’attività dello scultore in Piemonte, in Sardegna, a Roma, nel Salento, in Basilicata e nell’area valsesiana, e in appendice sono state pubblicate anche due lettere del Sartorio, indirizzate a Don Pietro Calderini ed un curriculum vitae dell’artista, forse redatto dallo stesso Calderini. Per ironia della sorte, di lui, che ha realizzato tante meravigliose tombe, non esiste neppure una lapide perché scomparve misteriosamente nella traversata da Olbia a Civitavecchia, nella notte del 19 settembre 1922.
Dell’artista valsesiano scrissero: Casimiro Debiaggi nel Dizionario degli artisti Valsesiani, il compianto Sindaco di Boccioleto, Pierangelo Carrara, al quale è stato dedicato il volume, che pubblicò due saggi sulla Rivista De Valle Sicida. Il Sartorio è citato anche nel Nuovo Dizionario degli scultori italiani dell’Ottocento e del primo Novecento di Alfonso Panzetta, con una bibliografia aggiornata ai primi anni Duemila, ma che include anche semplici citazioni, o brevi cenni relativi alla produzione artistica dello scultore.
Sui giornali locali, Corriere Valsesiano e Monte Rosa, uscirono nel 1991 due ampi articoli in “terza pagina”: uno del Professor Pasquale Antocicco, romano, che dava conto delle scoperte di opere del Sartorio al cimitero del Verano a Roma, e uno di Luca Sogno dedicato alle “creazioni” sarde del Sartorio, avendo in quell’anno la Soprintendenza di Cagliari avviato un lavoro di schedatura delle opere scultoree presenti sull’isola.
In Biblioteca a Varallo è recentemente pervenuta copia di un ampio articolo su Giuseppe Sartorio scritto dalla studiosa Orietta De Filippis, pubblicato su: “Lazio ieri e oggi. La Rivista di Roma e della sua Regione”.
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