Attualità
Sanità Valsesiana, medaglie e vergogna
Riceviamo e pubblichiamo.
“Onore e merito a tutti gli operatori sanitari che combattono in prima linea la pandemia. Vergogna e pubblica gogna invece per quei responsabili che, dalle retrovie, decidono del funzionamento di tutti gli altri aspetti della sanità. Fino all’apparizione del Covid 19 l’Ospedale di Borgosesia funzionava a pieno regime sia in fatto di degenze che nei servizi di diagnostica e ambulatoriali. Prenotazioni, liste di attesa e riuscivi a effettuare la visita nei tempi richiesti. Ossia, il Servizio Sanitario era necessario e funzionava.
L’avvento della pandemia ha sconvolto le cose e, mentre ha costretto tutto il corpo sanitario a dare il meglio di sé con grande spirito di servizio e abnegazione, ha portato i responsabili del Servizio a occuparsi solo, si fa per dire, dell’emergenza Covid, trascurando completamente la Struttura Sanitaria di base, che continua a essere molto importante. Esami diagnostici e accessi ambulatoriali non erano e non sono un gioco, come pare che qualcuno pensi.
Oggi, se telefoni al CUP dell’Ospedale di Borgosesia per prenotare un esame di cui hai sicura necessità perché di controllo dopo un intervento chirurgico, ti senti rispondere che non si ricevono prenotazioni, non si sa fino a quando. Dipende dalla pandemia. Il CUP di Vercelli ti manda al CUP Piemonte, il quale ti dice che non è in grado di programmare su Vercelli e quindi Borgosesia, perché il servizio è chiuso. Viene naturale chiedersi se i responsabili «irresponsabili» del nostro Servizio si siano posti il problema che non era possibile bloccare tutto ma con le adeguate precauzioni dare continuità ai servizi, così come hanno fatto tutte le altre ASL piemontesi. Io al posto di quei «responsabili» mi vergognerei e cercherei di cambiare mestiere perché inadeguato a ricoprire un incarico pubblico.
Ne parlo con cognizione di causa quale paziente dimesso da pochi giorni da un grande Ospedale di Torino dove, con le precauzioni anti Covid, tutto funziona regolarmente: degenze, esami diagnostici e accessi ambulatoriali. Spiace allora riscontrare che, per colpa di inadeguati e sprovveduti responsabili locali, non si possa fare ciò che altri normalmente fanno.”
Giovanni Capelli
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