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Serravalle: Martina Rosa si laurea con una tesi sul pittore Carlo Penna

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Serravalle: Martina Rosa si laurea con una tesi sul pittore Carlo Penna

SERRAVALLE – In casa Rosa l’arte è di casa, a partire dal nonno, il Maestro Adriano Rosa, conoscitore e collezionista di opere d’arte contemporanea per arrivare alla nipote Martina Rosa.

Martina Rosa si laurea con una tesi sul pittore Carlo Penna

La nipote Martina si è brillantemente laureata all’Università degli Studi di Milano, Facoltà di Studi Umanistici, Corso di Laurea in Scienze dei Beni Culturali, con una tesi sul pittore Carlo Penna, originario di Camasco. In: “Ricerche sul pittore Carlo Penna” Martina avvia un percorso di conoscenza sul pittore, del quale le notizie conosciute finora erano alquanto scarne. In un recente viaggio, visitando la chiesa di Pieve di Tremosine, ho avuto la sorpresa di ammirare sull’altare della Madonna dei Miracoli, un quadro della Vergine con Bambino di Carlo Penna.
Non è stato rintracciato alcun documento che attesti la nascita di Carlo nel 1674, che però è deducibile dallo Status Animarum, e concorda con quanto proposto negli scritti di Don Carlo Mazzone e di Annita Guglielmina Squaratti. Il pittore si formò a Milano e a Roma, lavorando nella capitale e a Firenze per la famiglia Corsini, “Ma il suo linguaggio è pienamente nel solco della tradizione valsesiana” come scrive Casimiro Debiaggi nel Dizionario degli artisti Valsesiani. Alcune sue opere sono nel Biellese, come segnalato negli studi sulla Chiesa Biellese di Mons. Delmo Lebole. Il Penna morì, forse a Roma, nel 1740.

L’interesse di Martina per il pittore è nato anche dall’esistenza a Serravalle, nella chiesa di San Martino, nel catino absidale, di affreschi raffiguranti San Martino in gloria e I quattro Evangelisti, eseguiti nell’agosto 1731: l’unica testimonianza ad affresco presente nella chiesa. L’attribuzione è giustificata da documenti dell’archivio parrocchiale segnalati da Davide Cerutti nel volume: La Parochiale antica di San Martino (2018). Carlo Penna sottoscrisse un documento di impegno con il Priore e i Fabbricieri, in cui si dichiarava che i soggetti che avrebbe dipinto, sarebbero stati conformi ai “disegni esibitici”. Purtroppo l’affresco nei pennacchi con i quattro Evangelisti: “Si trova in uno stato conservativo fortemente deteriorato, mentre è meglio conservata la decorazione del catino absidale”.

La tesi è completata da un ricco apparato iconografico a colori. Martina proseguirà i suoi studi artistici a Venezia e certo sortirà ottimi risultati, per la determinazione e l’intelligenza critica che la caratterizzano.

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