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Sizzano, «infangata» dalla WTE, è parte civile nel procedimento penale contro l’azienda bresciana

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SIZZANO – La «Wte srl», azienda bresciana finita nel mirino della magistratura per inquinamento ambientale e molestie olfattive, avrebbe contaminato anche il territorio sizzanese. L’indagine ha avuto eco nazionale e l’Amministrazione comunale si è costituita parte civile nel procedimento penale aperto sul caso: «La vicenda» afferma il sindaco Celsino Ponti «ha creato un gravissimo danno economico, e ha leso l’immagine di Sizzano».

L’azienda spacciava per fertilizzanti dei fanghi altamente inquinanti e lo spandimento – affidato a sei ditte operanti nel settore lavori rurali in conto terzi (ritenute compiacenti dagli inquirenti) – avveniva sui terreni di ignari agricoltori in gran parte del nord Italia. L’indagine dei Carabinieri Forestali di Brescia ha ricostruito pesanti responsabilità accusando l’azienda di aver sversato 150.000 tonnellate di fanghi su 3.000 ettari di terreni coltivabili fra il gennaio 2018 e l’agosto 2019) e in una intercettazione telefonica è anche citato Sizzano.

Per massimizzare i profitti, il materiale contaminato non era sottoposto ai necessari trattamenti, ma anzi vi si aggiungevano nuovi inquinanti come l’acido solforico di batterie esauste. Un giro di affari sporchi da 12 milioni di euro, 15 gli indagati. «Sono venuto a conoscenza dagli organi di stampa dell’indagine della Magistratura» osserva il sindaco «Già con ordinanza del 29 settembre 2020, preceduta dalla convocazione della Commissione Agricoltura e Foreste, il Comune aveva dato specifiche disposizioni restrittive per lo spandimento dei fanghi provenienti dalla WTE, informando tutti gli organi di governo e gli enti preposti al controllo perché vigilassero sull’attività».

«Ora» conclude il Sindaco «è stata condivisa la scelta di costituirci parte civile e procederemo ad affidare l’incarico legale per tutelare gli interessi sizzanesi e ottenere il risarcimento dei danni subiti per i reati accertati e commessi sul nostro territorio».

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