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Una targa per dire «Grazie» alle tre sorelle Dionisotti

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ROMAGNANO SESIA - TARGA ALLE SORELLE DIONISOTTI (PIERA) - 27 LUGLIO 2025

ROMAGNANO SESIA – Nel cuore dell’estate, domenica 27 luglio, nella prima sala espositiva del Museo Storico Etnografico Bassa Valsesia, è stata scoperta una targa intitolata alle tre sorelle Dionisotti, figlie del prof. Carlo, che con Maria Adriana Prolo, Fernanda Renolfi e un gruppo di studiosi di storia, cultura e tradizioni locali, nel 1973, fu tra i fondatori del Museo, nato con la finalità di diventare strumento di conoscenza e di formazione culturale per tutti i cittadini.

Una targa per dire «Grazie» alle tre sorelle Dionisotti

Dionisotti morì a Londra il 22 febbraio 1998, ma è sepolto a Romagnano nella tomba di famiglia: fu il più grande italianista della seconda metà del secolo, storico della letteratura, filologo ed editore di testi. La sua ricca biblioteca, sia per la parte londinese che per quella che era a Romagnano, è stata donata all’Istituto di Studi Italiani di Lugano, essendo stata rifiutata per mancanza di spazi dall’UPO di Vercelli: «Volevo che i libri di mio padre andassero a una istituzione dove non fossero dei doppioni: la sua era una biblioteca di studio e come tale dovrà essere utilizzata. Del resto la nonna paterna era di Lugano e quindi questa destinazione è coerente con la storia della nostra famiglia» ha sottolineato Carlotta Dionisotti.

Il nonno di Carlo, anch’egli chiamato così, fu un noto storico del Diritto e storico locale, autore della «Storia della Valsesia e del Comune di Romagnano Sesia», pubblicata nel 1871, che fu modello per molte storie del territorio.
Il presidente del Museo, Alessandro Costanzo, ha accolto gli ospiti e il sindaco Alessandro Carini, ringraziando il numeroso pubblico, tra i quali erano presenti anche Giacomo Cora e Valentina Santini, che recentemente hanno acquistato Villa Eugenia, dimora della famiglia Dionisotti, edificata nel 1882 su disegno dell’architetto Giuseppe Locarni: «La villa di famiglia è stata acquisita da persone che l’apprezzano e la rimetteranno a nuovo, recuperando lo storico giardino e prevedendo anche una parte di fruibilità pubblica: tutto questo fa molto piacere a noi e supponiamo anche a nostro padre» ha detto Carlotta.

La targa, posta sopra l’antico stemma lapideo di Romagnano, all’ingresso del Museo, come un benvenuto ai visitatori, che ricorderà la figura del grande italianista e la generosità dei doni offerti al Museo, è stata scoperta da Carlotta e Paola, che hanno portato i saluti di Eugenia: «Per noi è stata una gradita sorpresa: il Museo vive grazie alla disponibilità dei volontari che se ne occupano con passione, e si accresce grazie alle donazioni e alla partecipazione attiva di chi lo frequenta e lo apprezza: ci auguriamo che i giovani attraverso il Museo conoscano la vita dei loro nonni, vedendo concretamente la scuola, l’osteria, gli antichi mestieri. Noi non abbandoneremo Romagnano e torneremo in paese come abbiamo sempre fatto perché anche qui ci sono le nostre radici».

Paola Dionisotti Casalone, attrice di prosa, ha condiviso con il pubblico la sua esperienza di italiana a Londra: «Gli inglesi imparano malvolentieri le altre lingue e considerano la loro universale, quindi anche i nostri nomi erano anglicizzati: vivevamo in una duplice situazione sospese tra scuola e vita familiare in cui nostro padre a cena non solo parlava italiano, ma spesso ci diceva “Voi siete inglesi”: questo contrasto di esperienze mi ha sempre accompagnata, ma l’Italia ha sempre fatto parte del mio cuore. Qui al Museo mi sono accorta che esiste un senso maggiore della Storia, che considero fondamentale perché se non si conosce la propria storia si è fatalmente destinati a ripetere gli errori».

Carlo Dionisotti fu uno di quegli intellettuali che hanno sempre guardato l’Italia passando la frontiera. Paola, citando la sua esperienza in America subito dopo l’11 settembre, ha ricordato come avesse notato che gli americani non avessero capito cosa fosse realmente successo, vedendo ovunque nemici: «Se avessero studiato la storia, forse sarebbe stato diverso. Noi in famiglia abbiamo avuto la fortuna di avere genitori che avevano vissuto due guerre mondiali e che prodigavano energie per il mantenimento e la difesa della pace. Oggi tutto mi sembra più fragile: quindi credo che il museo possa aiutare a conoscere la nostra storia».

Paola ha ricordato come nell’infanzia, quando veniva in vacanza a Romagnano a Villa Eugenia, non riuscisse a capire come poco più avanti, lungo la stessa via, potesse vivere una famiglia di sei persone in due stanze sopra la stalla: «Non riuscivo ad immaginare la loro vita, ero confusa, ma mi disturbava quella divisione sociale».

Alle signore Dionisotti sono state donate l’intera raccolta dei Taquin da Rumagnan, editi dal Museo, e altre pubblicazioni significative, oltre a specialità gastronomiche romagnanesi.

Al termine della cerimonia di scoprimento della targa è stato possibile visitare il Museo, e ammirare la recente donazione di due quadri del pittore torinese Giovanni Giani. Il primo ritrae Carla Cattaneo in Dionisotti Casalone nel 1912: indossa un prezioso abito da sera che era stato conservato e donato precedentemente al Museo, restaurato in occasione della mostra «Stile di donna» nel 2019, mentre il secondo è un ritratto di Carlo Dionisotti bambino.

Ogni oggetto presente del Museo oltre a raccontare una storia, testimonia la generosità dei donatori, ed è un invito ad emularla

Piera Mazzone

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