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Temolo e miniere valgono 1 milione e 250 mila euro
Due ottime notizie nel quadro della valorizzazione delle risorse storico-ambientali della nostra Valle giungono dall’Unione Montana: un paio di progetti le cui procedure sono state avviate da tempo sono arrivati in porto garantendo risorse che potranno essere investite per il territorio. Si tratta di proposte a suo tempo presentate dall’ente montano e dai partner a esso collegati per accedere a finanziamenti Interreg, un programma di cooperazione internazionale fra Italia e Svizzera che intende sostenere lo sviluppo delle aree di confine.
Il primo «vale » 405.740 euro e riguarda il recupero per la fruizione turistica dell’ex complesso minerario della frazione Gula di Cravagliana. «Si tratta di un sito di archeologia industriale abbastanza ben conservato» spiega il presidente di Unione Montana, Pier Luigi Prino. «L’intervento che si prevede di fare è volto alla messa in sicurezza delle gallerie, che si sviluppano su quattro livelli, e alla piena fruibilità turistica del complesso, con il recupero anche di un piccolo fabbricato da adibire ad accoglienza e punto informativo».
La candidatura al finanziamento risale al settembre del 2016 ed era stata presentata dalla Giunta guidata da Carlo Cerli. «Siamo contenti» aggiunge Prino «di cogliere oggi il risultato di un lavoro di squadra avviato allora e che ha visto anche la collaborazione del Gruppo Speleologico del CAI Varallo per l’effettuazione dei rilievi».
Avuta la certezza dell’accoglimento integrale del progetto ora si entrerà nel dettaglio dell’intervento e si passerà alla fase operativa. Parallelamente al recupero della struttura si valuterà anche la migliore forma gestionale per valorizzare questa pagina della storia mineraria di una valle «minore» ma ricca di grandi attrattive e potenzialità didattico-turistiche.
Il secondo finanziamento riguarda invece… un pesce. Intendiamoci: non è un pesce qualsiasi, è il «Thymallus thymallus». Dài, meglio parlare in modo meno tecnico: è il temolo. Quello valsesiano è pregiatissimo («Pinna blu») anche perché la nostra Valle è uno dei pochi ambienti in cui si è conservata l’antica endemicità della specie. Da sempre curato da enti quali la Società Valsesiana Pescatori Sportivi che ne preserva la continuità, il cosiddetto «temolo di ceppo padano» permetterà all’Unione Montana di ricevere circa 850mila euro per la realizzazione delle «scale di risalita» che agevoleranno la migrazione dei pesci lungo il corso della Sesia. «Anche in questo caso» fa presente Prino «la preziosa collaborazione fra istituzioni ed enti come il Gal o la SVPS ha permesso la presentazione di una candidatura seria dal punto di vista scientifico, tecnico e burocratico-amministrativo».
«Quando si ricevono finanziamenti così cospicui senza richiedere compartecipazioni» conclude Prino «si può essere soddisfatti. Traiamo da questi risultati ulteriore entusiasmo per andare avanti nella nostra opera di valorizzazione di tutto il territorio valsesiano, dalle realtà più note a quelle più periferiche. Abbiamo un patrimonio storico, artistico e ambientale assolutamente invidiabile che possiamo “mettere a frutto” in modo intelligente e sostenibile a tutto vantaggio delle nostre comunità».
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