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Un delicato ricordo di Angelina Minazzoli

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Conobbi Angelina e il fratello Mario in occasione di un viaggio con la Società Valsesiana di Cultura: fui sorpresa nell’apprendere l’età di quella signora minuta e vivace, sempre curiosa ed interessata. Frequentava con costanza gli incontri del gruppo culturale della terza età, arricchendo il suo cuore di sempre nuove conoscenze ed esperienze. Mario e Angelina hanno sempre vissuto e lavorato insieme nella sartoria di famiglia, fondata dal padre, condividendo la vita, le cure e l’affetto per la sorella Esa, Maria Teresa.

Angelina si considerava una donna fortunata, essendo guarita da un cancro una quindicina di anni fa, aveva pensato che quello fosse un segnale importante da ascoltare: la vita va vissuta ed apprezzata, seguendo l’insegnamento dantesco: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”, senza smarrire mai il bisogno sconfinato di sapere che ci rende uomini e la curiosità di conoscere i paesi del mondo del quale tutti siamo viaggiatori in cammino, senza sprecare mai nessun rivolo di bellezza.

Cara Angelina, dopo essere tornata dalla Gran Canaria, in cui eri solita soggiornare per sfuggire ai rigori dell’inverno, con Mario vi eravate concessi una vacanza termale ad Abano Terme, che era stata l’occasione per rivedere alcune delle affascinanti località del Veneto. Ti eri già iscritta al pellegrinaggio di Santiago, che avresti affrontato per la terza volta con rinnovato entusiasmo, perché Ti dava modo di confermare la Tua Fede in cammino. “L’uomo propone e Dio dispone”: dovremmo ricordarcene più spesso.

Quel giorno, nessuno avrebbe immaginato fosse l’ultimo del tuo cammino terreno, avevi vissuto la tua vita tranquilla, la sera con Mario avevate cenato, concedendovi la solita partita a carte, minimizzando la vincita con “Avevo delle belle carte”, l’avevi salutato per andare a prepararti per la notte. Solo il tempo per un ultimo sorriso e la Tua anima si è separata dal corpo, aveva nostalgia di quel paradiso dove tante persone care l’avevano preceduta. Ci hai lasciati attoniti e addolorati, al tuo funerale la chiesa era gremita: i tuoi famigliari, tanti compagni di viaggio, amici, conoscenti, si sono stretti a Mario che aveva gli occhi lucidi e il cuore straziato. La Messa era resa ancora più solenne dalle note dell’organo suonato da Alberto Ghidoni, che era stato uno dei “tuoi” ragazzi, quando eri stata catechista, concelebravano con Don Roberto, Don Gregory e Don Gianni.

Nell’omelia Don Roberto Ti ha ricordata come “donna in cammino”, portatrice di una Fede consolidata, sempre presente nell’assemblea liturgica e come animatrice del culto: “Come Gesù eri sempre in cammino, incontravi persone, intessevi relazioni, vivevi il Vangelo con semplicità, insegnavi con il tuo esempio. Nella vita hai cucito tanti abiti, ma soprattutto hai saputo mantenere quell’abito di dignità che abbiamo in dote come figli di Dio”. “Siate pronti con le cinture ai fianchi e le lucerne accese”: il Signore ti ha trovata nell’atteggiamento vigile di chi si mette in cammino alla ricerca di Dio, conducendo una vita fatta di sobrietà e di libertà da tutte quelle realtà che ingombrano lo spirito e appesantiscono il percorso.

Don Roberto ci ha invitati a lasciarti partire con sollievo perché il Padre celeste si prenderà cura di Te: “La vita è una fioritura non si deve mai lasciarla appassire, ci impone delle potature, ma sono utili per fortificarci. Il tuo zainetto era stato svuotato delle cose esteriori, vi custodivi affetti e pene, certa che un giorno tutto avrebbe avuto un senso, non mancava certo un rosario e la conchiglia del pellegrino”.

Commoventi le parole di Tua cugina Mariella, della quale sei stata madrina di cresima, che ti ha ricordata come fulcro affettivo della famiglia: animatrice di Natali in cui, sotto il grande albero allestito da Mario, non mancava mai un dono per ciascuno, felice nei giorni delle caldarroste, scoppiettanti sul fuoco. Elisa ha parlato a nome degli amici della Walser Viaggi, la “tua” agenzia di fiducia: “Sorriso contagioso, altruismo, disponibilità: sei stata la compagna di viaggio ideale, e certo camminerai ancora al nostro fianco”.

Sei arrivata alla meta, ora Angelina puoi riposare, ma ricordati di incoraggiarci quando siamo stanchi o “giù di morale”, tu che eri sempre gioiosa. Un affettuoso saluto.

 

Piera Mazzone

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