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Un incontro a Ghemme sulle tecniche di contrasto alla diffusione della popillia japonica

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GHEMME – A seguito dell’iniziativa promossa dal Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte per il contrasto alla diffusione della popilia japonica nei vigneti dell’Alto Piemonte, si è svolto a fine luglio a Ghemme un importante incontro per fare il punto sulle iniziative da intraprendere.

Al tavolo tecnico hanno partecipato (alcuni di loro in modalità online) esponenti del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte, di Arpa Piemonte, del gruppo di Geomatica del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino, del Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte, della Convenzione le Colline Novaresi, delle Città del Vino e il Comune di Ghemme.
La condivisione delle diverse esperienze di lotta, di conoscenza e di studio delle abitudini dell’insetto da parte del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte e l’esposizione dei primi dati derivanti dal progetto di ricerca operativa in campo nei vigneti sperimentali dei colli novaresi, sono stati gli argomenti di discussione al tavolo tecnico.

«Quest’ultimo progetto» spiega il sindaco Davide Temporelli, «finanziato dal Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte in collaborazione con il Politecnico di Torino al fine di individuare e valutare operativamente l’efficacia dei droni per il monitoraggio della diffusione della popillia japonica mediante immagini RGB, multispettrali, termiche e tecniche di intelligenza artificiali, ha portato gli enti presenti a confluire nella decisione di avviare un progetto riguardante l’utilizzo sperimentale di insetticidi per il contenimento del piccolo  insetto attraverso l’uso dei droni».

Tale importante valutazione ha lo scopo e il principio di utilizzare le quantità minime necessarie di insetticida per la lotta contro la popillia japonica nei vigneti e aumentare la sostenibilità ambientale. Un esperimento innovativo che mira a colpire l’insetto nel momento di maggiore vulnerabilità e di controllarne repentinamente i focolai di diffusione, cercando di contenere la quantità del principio attivo e garantendo, nel contempo, maggiore efficacia del trattamento fitosanitario. Se la sperimentazione darà i risultati sperati potrà fare da convogliatore di esperienze anche per gli altri settori agricoli, a loro volta infestati dalla popillia.

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