Un posto tra gli Invincibili

Mi ero chiesta mille volte che cosa avrei potuto scrivere in questo momento.
Proprio «in questo», non «in un momento come questo».

E avevo sempre evitato di rispondermi: mi sembrava quasi un modo, quello di girarmi dall’altra parte e non vedere, per esorcizzare e allontanare un’ineluttabilità che sapevamo bene avremmo purtroppo dovuto prima o poi affrontare. Tutti noi che al Pat abbiamo voluto così tanto ma tanto bene.

Non so in realtà che cosa stia scrivendo, vado un po’ «a braccio»: si può (tentare di) essere emotivamente preparati a una perdita tanto dolorosa senza però riuscire a dar voce alle sensazioni che ci stanno scuotendo dentro. Le persone vengono e vanno: da sempre è così. Fisiologico. Naturale. Umano, anche. Non tutte però.

Ci sono quelle (assai poche in effetti, il che le rende ancora più preziose e più belle e più importanti) che restano: comunque e nonostante e malgrado tutto. Il Pat è senz’altro una di queste persone: rare, e quindi appunto con un sacco di più al suo attivo.

E il Pat resta, non potrebbe essere altrimenti. O il mondo non varrebbe proprio più niente. I sentimenti non li avrebbero mai inventati. La vicinanza intesa in assoluto e l’empatia non sarebbero sostanza di questa Terra. Invece lo sono. Patrizio se ne è andato, vero, ma è destino che rimanga.
Non si spezzano mai, certi fili. Esattamente come quello che lega ogni cuore granata agli Invincibili. In mezzo ai quali ogni cuore granata ha il suo posto riservato.

Luisa