Attualità
Una nuova idea di lettura: gli studenti e Asimov
Il Premio Asimov in poche righe: è un riconoscimento riservato a opere di divulgazione e di saggistica scientifica particolarmente meritevoli. Nasce da un’idea di Francesco Vissani (referente nazionale), ispiratosi ad analoghe iniziative della Royal Society, per avvicinare le giovani generazioni alla cultura scientifica, attraverso la valutazione e la lettura critica delle opere in gara.
Chi ha detto che un libro scientifico sia solo una serie di formule e calcoli? Che sia noioso o riservato a un pubblico elitario? Per rispondere a tali domande si è deciso di far competere tra loro non solo cinque libri di carattere scientifico ma anche i «critici letterari» di tali libri, studenti di scuole medie superiori che aderiscono all’iniziativa.
Ogni studente interessato sceglie uno tra i cinque libri finalisti promossi ogni anno da una commissione scientifica, lo legge e scrive una breve recensione in base a una serie di criteri. L’attività di lettura, analisi e recensione delle opere in gara da parte degli studenti può essere riconosciuta ai fini dell’attribuzione di crediti formativi e come percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento.
La collaborazione tra l’ Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN) e il Gran Sasso Science Institute (GSSI) ha prodotto i suoi frutti e ogni anno aderiscono sempre più scuole e più regioni. Il Piemonte quest’anno ha deciso di partecipare, l’edizione del premio era la numero cinque.
Si spera che da livello nazionale si passi a un livello internazionale non solo per diminuire la distanza tra «scienza» e «letteratura» ma per coinvolgere quanti più giovani e allargare lo spettro delle interazioni umane.
Tra le scuole del Piemonte che quest’anno hanno deciso di aderire c’è stato l’Istituto Superiore «G. Ferrari», la cui promotrice è stata la prof. Valentina Nicosia, che ha coinvolto alcuni tra gli studenti del triennio interessati: Stef Lootens, che ha letto e recensito il libro “Hello word” di Hannah Fry (edizione Bollati Boringhieri), ha ricevuto una nota di merito e valuta così l’esperienza.
«In una mattina di novembre nella nostra classe, nella mitica quinta A prossima alla maturità nonostante l’emergenza Covid-19, è entrata una figura minuta e sorridente che ci ha parlato dell’iniziativa, il Premio Asimov. Un concorso che potrebbe essere inserito nella categoria “lettere scientifiche” ma che presenta molti elementi positivi. La figura minuta era quella della professoressa di Matematica e Fisica del nostro Liceo, prof Valentina Nicosia. Inizialmente non ero così sicuro di partecipare. Leggere un libro, che si sarebbe aggiunto alla lista interminabile di libri di letteratura italiana del quinto anno, capirlo e recensirlo sarebbe stato un insulto alle mie poche ore di sonno. Poi però, trainato anche dall’entusiasmo della mia compagna di classe Virginia (una vera pioniera in iniziative scolastiche ed extra), ho cambiato idea. Entrambi abbiamo aderito e in men che non si dica ci siamo ritrovati nel primo dei due incontri organizzati dalla prof Nicosia, dal prof. Albertino (il mio insegnante di italiano che mi ha sopportato per questo lungo tempo), la prof. Franchi e altri studenti. In questa occasione tali professori ci hanno fornito le direttive del concorso. Il primo incontro è stato un disastro. O meglio un disastro per la mia “sbadataggine”. Non avevo capito quale libro avrei dovuto scegliere e mi sono ritrovato con uno che a sentimento mi piaceva e che volevo leggere da un po’. La mia “perfida” compagna di avventure scolastiche non ha avuto il minimo riguardo a correggermi dicendo che stavo portando all’incontro il libro sbagliato. Perfida e distratta pure lei visto che addirittura aveva confuso il primo incontro con un altro incontro che doveva avere a che fare con il corso di teatro o qualcosa del genere. Ricordo ancora il suo riso “sotto i baffi” quando di fronte a tutti la prof. Nicosia mi ha detto: “Guarda che devi scegliere tra i cinque libri in lista, Stef, questo purtroppo faceva parte dell’edizione passata”. Assalito dalla vergogna mi sono immerso per un attimo nei pensieri di “distruzione adolescenziale” per riemergere però a fine incontro con un obiettivo: scegliere il libro giusto e rivendicare il mio “onore”. Dal primo incontro al momento di invio ultimo della recensione le settimane sono scorse veloci. In tutto ciò si è aggiunta anche una pandemia che tanto non guastava a rinvigorire il mio animo e le mie speranze giovanili. Io e Virginia ci siamo ritrovati a poche ore dalla scadenza senza quasi aver scritto la nostra rispettiva recensione o, perlomeno, questa era ancora in stato di bozza. Con una mossa audace e tempestiva siamo riusciti a inviare prima del termine ultimo e ci siamo ritrovati a maggio in prossimità della premiazione nazionale che avverrà via digitale in data ancora da definire. I promotori del concorso stanno raccogliendo le adesioni per il giorno migliore. E’ un peccato che non si possa partecipare dal vivo. L’INFN avrebbe pagato la trasferta agli studenti vincitori, e ci saremmo trovati a Catania, in una grandissima aula magna con tanto di targhetta a parlare in pubblico del libro letto e di cosa ci aveva trasmesso: le emozioni suscitate, se era stato scritto in maniera accessibile, se lo avremmo consigliato ad altri. Proprio come dei veri critici letterari. Purtroppo l’emergenza in corso non ha permesso tutto ciò e ci troveremo via cam tutti collegati, in un modo “apparentemente” vicino ma senza la presenza che tanto ci è venuta a mancare in questo periodo. Spero per gli studenti che in futuro vogliano partecipare possano farlo “fisicamente”, l’esperienza è molto valida e ritengo sia un ottimo modo per far avvicinare chi è bravo in italiano alla parte scientifica e viceversa».
Virginia Platini
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