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Unanime cordoglio per la scomparsa di Noemi Cattaneo

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Unanime cordoglio per la scomparsa di Noemi Cattaneo

BORGOSESIA – Nelle scorse settimane, a soli 61 anni, si è spenta Noemi Cattaneo.

Unanime cordoglio per la scomparsa di Noemi Cattaneo

Originaria di Vercelli, insieme alla famiglia si era trasferita da molto piccola a Varallo, dove aveva frequentato le scuole e iniziato a lavorare come infermiera. Da più di vent’anni viveva a Borgosesia insieme al marito Fabrizio e i figli Stefano e Luca. Era un colonna portante dell’Infermeria all’Ospedale Santi Pietro e Paolo.

Così la ricorda, trasmettendo ai familiari il cordoglio e la vicinanza di ASL, il Direttore SISP Onesimo Vicari: «Noemi era una infermiera storica della sede del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica di Borgosesia. Una di quelle appartenenti alla vecchia guardia. La conobbi appena arrivato a Vercelli, nell’ottobre del 1997, e da subito si era instaurato tra di noi un ottimo rapporto umano e di lavoro. Ricordo gli ambulatori di vaccinazione fatti insieme a Gattinara, Varallo e Borgosesia, le tante riunioni SISP. Ma ricordo anche i corsi di formazione a Torino. I tanti momenti professionali trascorsi insieme faranno sì che non dimenticherò mai la dolcezza, la propensione al rapporto umano con i colleghi e con tutto il personale del Servizio e la sua battuta sempre pronta oltre alla sua professionalità e disponibilità al lavoro».

Noemi Cattaneo era una professionista apprezzata, una collega stimata ma soprattutto una persona forte, uno spirito gentile, empatico e generoso. Chi l’ha conosciuta sotto il livello professionale può dire di averla conosciuta per davvero: non c’era differenza tra il suo essere infermiera, quindi a servizio dei pazienti, e il suo stare al mondo nella quotidianità, nel suo spendersi per gli altri per ogni piccola o grande faccenda.

«Era la mamma di tutti» ricordano i figli «e siamo stupiti di quante persone continuino a scriverci quanto abbia fatto per loro sotto il profilo sanitario, ma soprattutto emotivo. Ha aiutato tanti, con affetto e premura». Si prendeva cura delle persone prima di tutto sul piano psicologico: per lei la cura passava anche attraverso l’approccio, dava forza agli altri perché affrontassero il percorso con serenità e forza, proprio come aveva fatto lei stessa. Dal 2018 faceva parte del progetto Sorrisi in Rosa i sostenuto dalla Fondazione Humanitas di Milano per promuovere la sensibilizzazione sul tumore al seno. Aveva raccontato la sua storia diventando esempio di forza e caparbietà per tante donne. Anche le fondatrici Luisa Morniroli e Cristina Barberis Negra l’hanno ricordata con affetto: «Non ci vorresti tristi, proprio tu che non ti sei mai fermata davanti a nulla e nemmeno a questa ultima grande prova».

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