Attualità
Varallo: a Palazzo dei Musei un prezioso e straordinario recupero
Come ha ricordato in apertura di incontro, nel Salone dell’Incoraggiamento, il presidente della Società dott. Mario Remogna, Palazzo dei Musei possiede, nell’ambito dell’importantissimo patrimonio di opere d’arte che conserva, anche un fondo bibliografo, proveniente dalle biblioteche del convento di Santa Maria delle Grazie e dei Padri Dottrinari ma anche dalla Scuola Barolo e ora custodito dall’Archivio di Stato di Vercelli sezione di Varallo.
Di questo fondo fa parte anche la cinquecentina «Discorsi di Pier Andrea Mattioli sull’opera di Dioscoride», incompleta (due libri, neanche integrali, su sei) e (che versava) in pessime condizioni: sporco, presenza di muffe, macchie, strappi, il colore delle illustrazioni sbiadito e «scivolato» sulle pagine, lacune, carte mancanti e ridotte in frammenti.
Grazie a un lungo, paziente e preciso lavoro di recupero, eseguito e curato dai tecnici del Laboratorio di Restauro dell’Archivio di Stato di Torino, i «Discorsi», pur nella loro incompletezza, sono ora tornati a essere un libro meraviglioso.
La dott. Elena Rizzato, direttore dell’Archivio di Stato di Vercelli, ha come prima cosa chiesto ai presenti di fare un applauso a Maria Grazia Cagna e Bruna Crivelli, le due «anime» della sezione varallese dell’Archivio, e poi ha sottolineato l’importanza del patrimonio culturale e umano posseduto dalla nostra valle: «unico» e che «racconta la vita e la memoria della comunità, che consente l’accesso alla nostra vita e alla nostra memoria. Ed è molto bello che questo senso della memoria sia compreso, accettato e promosso. I tecnici torinesi hanno compiuto, sui “Discorsi”, un piccolo miracolo riportando alla vita, “dal caos al cosmo”, questo testo il cui stato era davvero compromesso dall’usura del tempo». Ci sono voluti due anni per concludere un lavoro che, a contare le ore impegnate, avrebbe avuto un costo davvero molto ingente : il Laboratorio di restauro ha invece richiesto solo una cifra simbolica di 150 euro pari al rimborso del materiale usato nell’intervento di ripristino.
La dott. Marta Coloberti – conservatore del Museo Calderini che, come ha ancora ricordato Mario Remogna, da dieci anni è a Palazzo dei Musei dove «fa ma non dice di fare, portando avanti un lavoro innovativo che ha iniziato lei, non avendo trovato nulla di pronto ma attingendo alle sue idee e alla sua buona volontà» – ha invece narrato al pubblico chi era Dioscoride e che cosa aveva fatto: medico operante nel primo secolo dopo Cristo, di lui si hanno poche notizie; si sa che era studioso di materie botaniche e farmacologiche e che aveva scritto il «De materia medica», strutturato su cinque libri, in cui trattava dei rimedi naturali per le malattie.
«L’opera botanica più conosciuta fino al XVI secolo» ha sottolineato la dott. Coloberti. «Tradotta da diversi autori che però, appunto, si limitavano alla pura e semplice traduzione infarcendola, pur involontariamente, è chiaro, di errori, che si tramandavano nelle successive versioni. Pietro Andrea Mattioli, medico senese, invece va oltre: traduce, in italiano volgare, nel 1544, e in più commenta e aggiorna il testo di Dioscoride arrivando ad aggiungere un libro, il sesto, sui veleni».
Le edizioni, le traduzioni che Mattioli esegue sono diverse: la prima, appunto nel 1544, con soli testi; poi, nel 1554, una in latino e con anche le illustrazioni; nel 1562 in boemo, e nel 1568, la più bella e importante. Purtroppo i «Discorsi» non sono completi, comprendendo soltanto due libri.
Poi, terminata la spiegazione e la descrizione del recupero, il pubblico si è trasferito nella sala attigua al Salone, per vedere il libro di Mattioli e l’eccezionale risultato del restauro. Esposti anche pannelli che riportano alcune pagine dei «Discorsi», illustrate e scritte. Un lavoro importante, fatto benissimo e che avvicina all’arte e fa amare queste piccole grandi riconquiste. Il volume resterà in visione al pubblico, nella Saletta della Società d’Incoraggiamento, fino a domenica 2 giugno negli orari di apertura del museo (da martedì a domenica, dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18).
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