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Varallo: “La sicurezza la deve gestire lo Stato, non i cittadini”

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Giovedì 11 aprile alle ore 18, nella sala Conferenze della biblioteca di Varallo, si è tenuto il secondo incontro pubblico tra il Comandante della Stazione Carabinieri cittadina, maresciallo capo Luigi Raccomandato, e la popolazione, nell’ambito del progetto «Servizio d’ascolto e di prossimità», voluto dal Comando Generale dell’Arma per ascoltare le problematiche emergenti in un territorio, facendosi carico di istanze o necessità, per creare un collegamento forte tra i Carabinieri e la cittadinanza.
Tra i presenti l’assessore comunale ai Servizi Sociali, Enrica Poletti, il presidente del Consiglio di biblioteca Aristide Torri, la presidente del Centro Libri Punto d’Incontro Rosangela Canuto e la rappresentante della Comunità Islamica di Varallo, Zeinab Gadallah.
Raccomandato, dopo aver sottolineato che per fortuna negli ultimi due mesi a Varallo non si sono verificati né furti, né rapine, né truffe, ha ricordato che prosegue assiduamente il lavoro di prevenzione, invitando a non mostrare a nessuno che suoni alla porta i documenti o le bollette, e a stare molto attenti in caso di chiamate telefoniche che propongano contratti, rammentando però che, secondo quanto previsto dalla Legge Bersani, in ogni caso ci sono dieci giorni per disdire. Per quanto riguarda la scuola è costante l’opera dell’Arma per prevenire il bullismo e lo spaccio di sostanze stupefacenti. L’argomento del giorno pare essere la denuncia di maltrattamenti contro i minori da parte degli insegnanti: Raccomandato ha invitato a ponderare bene prima di denunciare, per capire se si tratti effettivamente di atteggiamenti non corretti e ripetuti, da denunciare ai Carabinieri.
La legittima difesa è una legge che ha suscitato molto interesse, che autorizza a difendersi se si è minacciati, in qualsiasi maniera, perché è stata eliminata la proporzionalità: «La difesa è sempre legittima e sono aumentate le pene per i furti in abitazione, passate da quattro a sette anni, ma sottolineo che coloro che compiono rapine a mano armata sono dei professionisti e quindi l’idea di armarsi per difendersi è peregrina. La sicurezza la deve gestire lo Stato. Non può essere affidata ai cittadini».
Raccomandato dopo queste premesse ha aperto il dialogo con il pubblico. Aristide Torri ha ringraziato l’Arma perché: «Noi siamo un posto tranquillo in una realtà che non lo è affatto». Il maresciallo ha sottolineato l’importanza della collaborazione: «Noi da soli non facciamo niente: stiamo collaborando molto bene con l’Unione dei Comuni Montani e con i Servizi Sociali». Rispondendo a una domanda arrivata dal pubblico, ha spiegato come oggi insultare una persona non sia più un reato ma farlo sui social sia «diffamazione a mezzo stampa», punibile con sanzioni che possono anche arrivare a ventimila euro, e chi mette il «mi piace» è passibile della stessa pena.
La Polizia postale si occupa dei reati informatici: «Internet è un coltello a doppia lama: la pedofilia è un reato, ma esistono anche ragazzine che contattano persone. Solitamente chi incorre in queste situazioni è una persona debole, fragile, che vive in contesti di emarginazione, particolarmente importante è il “monitoraggio” dei genitori sulle frequentazioni reali e virtuali dei figli».
Per prevenire crimini è sempre meglio chiamare i Carabinieri nelle situazioni sospette, i controlli sono sempre fatti con molta discrezione e a volte sono mirati: «Proprio questi controlli ci permettono di mantenere il territorio tranquillo».
La presenza di Zeinab, che ha ringraziato il maresciallo per l’opera di integrazione reale che cerca di portare avanti, ha portato ad approfondire questo tema. «C’è troppa cattiveria tra tutti occorre ricostruire il tessuto sociale: conoscere e farsi conoscere sono le basi per un’integrazione reale, la differenza di culture arricchisce il mondo, bisogna imparare ad essere Comunità a 360°»: ha ammonito il Maresciallo.
Per quanto riguarda i maltrattamenti alle donne sono molto presenti anche su questo territorio, ma spesso non emergono perché nascono in contesti chiusi: «Il mio ufficio è come il confessionale, si viene anche per pratiche amministrative, per documenti, denunce, o semplici colloqui: la caserma ha questi orari di apertura al pubblico: dalle 9 alle 17,30 con mezz’ora di pausa alle 13,30. La domenica la caserma è aperta dalle 9 alle 15,30. Il personale pattuglia costantemente il territorio: cerco di far stare poco in ufficio. Negli altri orari è possibile chiamare il 112, servizio unificato, però si può anche telefonare in caserma allo 0163 51188, che anche in caso di chiusura degli uffici  passa le telefonate alla Centrale e garantisce comunque l’intervento».
L’incontro si è concluso con soddisfazione da parte del pubblico che si è sentito rinfrancato dalla rassicurante presenza dell’Arma.

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