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Varallo, riscopriamo la contrada del burro

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VARALLO – Il centro storico di Varallo è un mondo incantato da scoprire: vicoli antichi, case che profumano di storia. Una passeggiata nelle contrade più appartate si trasforma in un viaggio nel tempo, addentrandosi nel dedalo di destini raccontato e descritto nel bel volume dell’architetto Silvia Pizzetta: “Le antiche contrade”.

“Sono nato al primo piano della casa che fu di Giovan Battista Draghetti, in Via Alberganti… c’è sempre stato poco sole in queste vie alte, strette ed umide, e la storia di questi luoghi è rimasta in ombra, non solo per metafora a me ed ai miei amici contradaioli”: scrive Norberto Julini nella pagina introduttiva, citando la Contrada Maestra o dei Mercanti, “L’unica dalla nascita del borgo, esistente da più di un millennio e rimasta pressoché tale fino ad oggi”, puntualizza Silvia Pizzetta.

Prima che fosse aperta Via Osella la “Contrada del burro”, del “butirro” nella mappa Rabbini:“Una fila di botteghe si susseguiva nella via, intercalate dai modesti ingressi che, attraverso uno stretto androne, immettevano nel cortiletto interno delle proprietà”, era la via principale di Varallo, unico accesso per la Val Grande, attraversando il Pontem Varade.

Oggi la strada, intitolata a Don Pio Alberganti, l’abate cui si deve l’ingrandimento del primitivo Venerando Ospitale de’ poveri infermi e pellegrini, eretto da Don Giuseppe Maio, poi traslocato nella casa Alberganti, di fronte al convento ed alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, offre refrigerio al caldo dell’estate, con l’augurio di accompagnare il fluire delle stagioni con sempre nuovi allestimenti.

La contrada partiva, e parte tuttora, dalla Piazzetta del Palazzo Pretorio, oggi Piazza Calderini: l’Associazione “Vecchie Contrade”, presieduta dalla vulcanica Anna Torri, valorizza e fa rivivere questa strada, riaprendo gli scuri delle antiche botteghe, in cui si sono riaffacciate molte piccole attività artistico-artigianali e commerciali, che propongono abbigliamento ricercato, hobbystica, ricicl-art, ristorazione, radici che si trasformano in luci, acconciature per capelli, uno spazio per le relazioni d’arte, un negozio di brocantage, un laboratorio di cucito creativo con tessuti ricercati, botteghe d’arte con illustrazioni Street Art e design in vetro, accanto all’esposizione di artisti contemporanei protagonisti del festival d’arte Borderline. Nello storico palazzo Baldissarri-Pitti, troviamo uno studio dove si realizzano tatuaggi, accanto ad un atelier di bigiotteria di classe, realizzata con pietre che vengono di lontano, ad una stilista che crea “abiti consapevoli” e ad uno spazio con quadri, tele tessute a mano e trasformate in borse e cuscini, scapin personalizzati con esclusive sagome ricamate raffiguranti i costumi valsesiani. Accompagna verso il ponte Antonini una bottega d’abbigliamento che propone anche accessori super-eco solidali e ciondoli esclusivi in resina dipinti a mano.

Fiocchi colorati si rincorrono da un balcone all’altro, realizzando il sogno espresso dal cantautore Daniele Conserva nell’omonima canzone del 1976: “Cuntraa dal burr, forse stasej…/ j sun sciarati cume j vuria, / cun tanta luce e tant culòo / e saj balcoign tanti fiòo…/ …cun i finestrj ‘nluminaj, a smia ‘n seugn…”. L’invito è quello di passare sotto l’arco che indica: “Contrade Storiche di Varallo”, ammirare l’elegante Casa Lanfranchi, percorrere l’acciottolato a passo lento, volgendo lo sguardo sugli aerei loggiati, i civettuoli balconi in ferro battuto, scoprendo cortiletti nascosti, concedendosi soste per qualche acquisto, ma anche semplicemente per scambiare due chiacchiere con i negozianti, che hanno mille aneddoti da raccontare.

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