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Varallo, «Sono guarita grazie alla forza che mi avete dato»

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VARALLO– Sapevo che Anna Ferrato era una dei varallesi che purtroppo avevano contratto il coronavirus. Sapevo anche, però, che il ricovero in ospedale procedeva regolarmente, nonostante tutte le limitazioni (visite di parenti e amici vietate) imposte dal protocollo anti contagio, e che lei, «rinforzata» dall’ossigeno, pian piano migliorava e si stava gradualmente riprendendo.
Dimessa dal Santi Pietro e Paolo, era stata trasferita, a concludere il lungo percorso di malattia, all’Ostello di Varallo, appunto riconvertito in struttura post covid.
Martedì scorso è passata a trovarmi in ufficio a Varallo: mi ha chiesto se, tramite il Valsesiano (che durante la degenza le aveva «inviato» gli auguri per la festa della mamma con un messaggio di sua figlia Cristina: residente da anni in Lombardia, era impossibilitata a «oltrepassare» il confine e quindi a riabbracciare la mamma), avrebbe potuto ringraziare quanti le erano stati in qualche modo vicino e l’avevano assistita.
Anna allora mi ha raccontato la sua esperienza di malata covid, partendo da quando, da un giorno all’altro, le era piombata addosso una stanchezza mai provata prima: «Dovevo sempre sdraiarmi, non riuscivo a mangiare né a bere. Mia figlia, che mi telefonava più volte al giorno preoccupatissima, insisteva che andassi al pronto soccorso. Così mi ero lasciata convincere. Una volta arrivata all’ospedale di Borgosesia, però, non avendo febbre e temendo di prendere là il virus, avevo firmato per tornare a casa. Ma nei giorni successivi le mie condizioni erano peggiorate. Sempre più debole, ero anche caduta. Alla fine, il 6 di aprile, mi avevano ricoverata».
«Sono stata curata molto bene» mi ha spiegato. «Devo ringraziare tutti, medici, infermieri per la professionalità e l’umanità dimostrate, per la pazienza e la disponibilità».
Quindi, appunto, Anna è stata ospite dell’Ostello: «Un bel posto. Lo conoscevo ma non l’avevo mai visto. Anche lì sono stata assistita nel migliore dei modi, ho potuto disporre di tutti i servizi, di tutte le cure. Ringrazio la Croce Rossa per le attenzioni che mi sono state riservate, in ogni momento della mia permanenza. Il 25 aprile, poi, la bellissima sorpresa, grazie all’Amministrazione comunale di Varallo, di poter ascoltare il pianoforte del maestro Bianchi: noi degenti eravamo alla finestra ad applaudire! Una iniziativa splendida, che mi ha fatto molto piacere, in un momento così particolare della mia vita».
Poi Anna è guarita (due tamponi negativi) ed è potuta, il 23 di maggio, tornare a casa sua.
«Davvero, non mi sono mai sentita abbandonata. Sono grata a tutte le persone, e sono veramente tante, che si sono prese cura di me e della mia casa, addirittura andando a riparare un guasto in mia assenza dimodoché non avessi problemi al mio rientro. Vicinanza e affetto mi hanno sempre dato coraggio, e per questo non smetterò mai di provare – per tutti, amici, parenti, vicini di casa, ma anche fisioterapisti e psicologo – tanta riconoscenza per le premure avute nei miei confronti. Messaggi, parole di incoraggiamento che mi hanno dato la forza di uscire, alla   mia età, da questa brutta esperienza. E gli auguri della mia carissima Cristina sul Valsesiano per la festa della mamma… un grande grande regalo!».

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