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Varallo, trent’anni dopo…
VARALLO – Questa è una storia di quelle un po’ personali, un po’ autobiografiche, che però a me piace condividere, nonostante appunto non si tratti di cronaca ma di un racconto (vero). Trent’anni fa, anzi: 31, all’incirca da maggio a fine novembre, l’impegno imposto dallo studio (frequentavo l’Università a Pavia) me l’avevano alleggerito alcune amicizie divertenti e, sì, anche brillanti che avevo stretto, quasi per caso. C’erano questi ragazzi lombardi in servizio di leva alla Caserma dei Carabinieri di Varallo: più o meno la mia stessa età, avevamo trascorso l’estate e parte dell’autunno insieme. Un po’ al fiume, un po’ a zonzo, un po’ a chiacchierare, ad ascoltare musica, a fare qualche passeggiata in montagna; uno di loro aveva anche provato il brivido dello sci da discesa! Quelle amicizie, insomma, che ti danno molto ma che pensi non possano andare tanto in là: terminata la naja, se ne sarebbero tornati a casa, magari qualche telefonata, all’inizio, forse.
Trent’anni fa, anzi: 31, non c’erano i cellulari, niente social, ancora soltanto il telefono fisso, lì, appiccicato al muro o pesante arredo sul mobile dell’ingresso: neanche facile, e discreto, parlare con gli amici, si rischiava che qualche orecchio di passaggio intercettasse le conversazioni. Con il tempo però, almeno tecnologicamente, ci siamo evoluti: prima i cordless poi i telefonini, e poi internet, la rete, i social. Facebook, sotto questo aspetto, è il top: io ho ritrovato un sacco di gente persa di vista. Non tutti li ho recuperati (e forse non tutti mi andava di recuperarli). Ma loro, sì.
E dopo un sacco di anni, domenica scorsa ci siamo rivisti: Marcello Signori e Gianpiero Scotti, giovani «piantoni» di allora sono saliti in valle per un giro in moto. Ci siamo ritrovati davanti al bar che frequentavamo, abbiamo ripercorso i bei vecchi tempi (è proprio il caso di chiamarli così), i mesi di leva, l’Alpàa di allora, le discoteche, i tuffi in Mastallone, le «vasche» sull’Allea…
«Varallo è sempre bella» mi han detto. «Forse ancora di più: la piazza (Vittorio) sembra un salotto».
E noi trent’anni dopo, però in fondo gli stessi che eravamo. Ora non facciamone passare altri trenta, eh, accorciamo le distanze…
Un racconto autobiografico: di questi tempi, difficili e delicati, però, le belle storie di amicizia è importante condividerle…
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