Attualità
Venerdì, nella sua casa di Borgosesia, si è spento Carlo Buccelloni
Le sue condizioni di salute erano andate peggiorando, il respiro si faceva sempre più faticoso, il cuore batteva stancamente e venerdì, nella sua casa di Borgosesia, si è spento Carlo Buccelloni, già direttore della Filiale del San Paolo di Borgosesia, che tanto si era speso per la “sua” Rimella, il paese natale della moglie Angela, che lui aveva adottato come proprio luogo del cuore e da tanti anni cercava di far conoscere e valorizzare. Appassionato di fotografia e di riprese cinematografiche, conosceva ogni angolo del paese e delle frazioni, ma soprattutto amava e rispettava quella gente schiva e restìa nel dare troppa confidenza: aveva saputo interpretarne i silenzi e cogliere i sorrisi avari, trasmettendo la giovialità e l’ottimismo che lo contraddistinguevano.
Remmalju, la prestigiosa rivista patinata del Centro Studi Walser, nata nel 1990, era una sua “creatura” e la redazione aveva sede proprio a casa sua a Borgosesia, in Via Valbusaga. Carlo ne seguiva ogni numero, trovando argomenti sempre nuovi, incentivando gli autori, correggendo le bozze, impaginando gli articoli, fornendo sempre immagini originali: “Fotografie del testo: ove non attribuite ad Autore in didascalia, sono di Carlo Buccelloni”. Firmò molti interventi, soprattutto cronache rimellesi, dai cento anni di Felicita Filippa, vedova Vasina, “Felicina”, ai complimenti per la tesi di Francesca Beltrami, alla commemorazione di Padre Gallino nel quindicesimo anniversario della scomparsa, alle cronache del “Walsertreffen”, al recente toccante ricordo di Daniela Dealberto, scomparsa a marzo 2015: “Giovane prima cittadina attenta ai valori etici e molto volenterosa di dedicarsi con passione per il bene della sua Comunità di origine”.
Carlo e Angela mi offrirono generosamente la loro Amicizia e mi aprirono le porte della loro casa, e di questo sarò loro sempre grata. Vorrei salutare Carlo con un’espressione rimellese che lui amava: “Vrattus Got”, per accompagnarlo in quella nuova realtà libera dal dolore, dove si cammina leggeri, chiedendogli di dare conforto alla sua adorata Angela, ai figli, alle nuore, ai nipoti, che tanto lo amavano e lo avevano circondato d’affetto.
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