Attualità
Veste grafica rinnovata per il nuovo numero de “l’impegno”
È uscito il numero 112 de «l’impegno», rivista dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia, che, nell’anno del 50° anniversario di fondazione dell’Istorbive, propone una veste grafica del tutto rinnovata.
Veste grafica rinnovata per il nuovo numero de “l’impegno”
La rivista contiene saggi di Bruno Ferrarotti, Corrado Mornese, Massimiliano Franco, Tomaso Vialardi di Sandigliano, Filippo Colombara, Maurizio Massa, Sandra Ranghino, Alberto Zola, Luca Lavarino.
Bruno Ferrarotti ripercorre la vicenda del rapimento e dell’assassinio dell’onorevole Giacomo Matteotti inserendola nel quadro della progressiva presa del potere da parte del fascismo, avviato con sempre maggior determinazione verso la soppressione del sistema liberale e democratico. Vengono analizzate in particolare le ripercussioni che quei drammatici eventi ebbero a livello locale, soffermandosi sulle reazioni della stampa vercellese, la quale, tanto quella fascista quanto quella cattolica e della destra liberale, mantenne un atteggiamento largamente assolutorio nei confronti delle responsabilità del capo del governo, contribuendo a determinare le tiepide reazioni di un’opinione pubblica non consapevole della gravità della situazione.
Corrado Mornese rende omaggio ai pochissimi professori universitari che si opposero con fermezza all’obbligo di giurare imposto dal fascismo, mettendo a fuoco il contesto in cui maturò questa scelta coraggiosa, in un clima di fascistizzazione della cultura che il regime stava portando avanti da anni. Affrontando il tema in tutta la sua complessità, riconoscibile tanto nelle differenti motivazioni che indussero al «no» quanto nelle molteplici sfumature con cui la maggioranza dei professori si piegò al «sì», Mornese fa emergere le difficoltà dell’intellettuale a conservare nei confronti del potere la propria purezza e dignità e, di conseguenza, fa risaltare con chiarezza l’eccellenza di quanti non scesero a compromessi.
Massimiliano Franco, analizzando la formazione politica e la vita militare di Cesare Mino, medaglia d’argento alla memoria per aver combattuto i tedeschi sul fronte albanese dopo l’armistizio dell’8 settembre e nome inserito dall’Anpi nell’elenco dei caduti della Resistenza, aiuta a dare la giusta collocazione a un personaggio che, intriso di ideali patriottici e militaristi, protagonista di svariate azioni squadristiche, combattente entusiasta nella guerra d’Etiopia, si rivela quale uno dei principali esponenti del fascismo biellese.
Tomaso Vialardi di Sandigliano, tra le molte, spesso poco storicamente fondate quando non del tutto fantasiose ricostruzioni delle vie percorse da nazisti e fascisti in fuga dopo la seconda guerra mondiale, si sofferma, attraverso il racconto della vicenda personale dell’alto ufficiale delle SS Otto von Wächter, sull’unica riconosciuta come realtà storica, ovvero il Römisch-Weg, direttrice da Monaco di Baviera verso Roma, con destinazione finale Medio Oriente e America Latina, percorsa da numerosi transfughi aiutati nel loro viaggio da uomini di chiesa, organizzazioni umanitarie, reti di spionaggio statunitensi, britanniche e russe, nel clima della nascente guerra fredda.
Filippo Colombara, partendo dal concetto di folklore progressivo elaborato da Ernesto de Martino, che dà valore alle espressioni della cultura popolare attraverso le quali le classi subalterne manifestano la consapevolezza della propria condizione e la volontà di affrancarsene, nel proprio saggio recupera i canti riconducibili a questo fenomeno nati e tramandati oralmente a Omegna, basati su arie di celebri canzoni e riferiti, durante la guerra, a episodi della Resistenza che ebbero particolare impatto sulla comunità e, nel dopoguerra, a eventi legati alle lotte operaie.
Maurizio Massa ricostruisce, servendosi dei pochi documenti d’archivio reperiti, degli articoli della stampa locale e, soprattutto, del materiale conservato in un archivio di famiglia, la vita non ordinaria del bellinzaghese don Carlo Ardizio, il quale, dopo anni dedicati all’insegnamento elementare e alla cura dell’oratorio nel paese di origine, chiese il trasferimento a La Valletta per contrasti insanabili con il parroco don Cremona. Significativa testimonianza di questa esperienza è rappresentata da un album illustrato dai bambini maltesi della classe V elementare, fonte preziosa di informazioni sulla vita della comunità italiana a Malta alla vigilia del secondo conflitto mondiale.
L’impegno politico della comunista vercellese Elda Cavigiolo, che negli anni successivi alla Liberazione dà continuità all’attività antifascista clandestina svolta durante la guerra, è argomento del saggio di Sandra Ranghino, che ripercorre le tappe del suo percorso di vita sullo sfondo degli eventi più significativi del secondo dopoguerra, dal referendum del 2 giugno, all’amnistia Togliatti, all’attentato al segretario del Pci, ai fatti di Ungheria, restituendoci il ritratto di una donna tenace e combattiva, coerente fino in fondo con i suoi ideali.
Che ruolo svolge la Cina nel mondo contemporaneo? Quale modello interpretativo è applicabile alla Repubblica popolare cinese dopo la fine dell’esperienza sovietica e il conseguente venir meno di un’ortodossia di riferimento? Alberto Zola indaga l’intento della Cina di porsi come modello alternativo al mondo occidentale a partire da una lettura della propria storia che identifica il motore principale dello sviluppo nella reazione all’aggressione imperialista dell’Occidente, che ebbe inizio a metà Ottocento con la prima guerra dell’oppio.
Luca Lavarino si concentra sulle resistenze dei Savoia, nella prima metà dell’Ottocento, a sviluppare collegamenti regolari con gli Stati Uniti d’America per scambi di uomini e merci, a differenza di quanto diverse compagnie di navigazione europee stavano realizzando. Viene evidenziato il conservatorismo della classe dirigente sabauda, che bocciò ripetutamente i progetti dei consoli nizzardi Andrea Ignazio Caravadossi di Toetto e Angelo Garibaldi, convinti della necessità dell’integrazione atlantica del Regno di Sardegna e dei vantaggi economici e commerciali che avrebbe portato con sé, progetti che si sarebbero poi realizzati in epoca cavouriana.
Segue il ricordo di Edoardo Ghelma, amico dell’Istorbive e autore del volume «Pianezza, il mondo del grande Cesare», nostra pubblicazione del 2018, che bene esemplifica le passioni che ne hanno guidato l’esistenza: quella per la fotografia e quella altrettanto intensa per la comunità valsesiana cui apparteneva.
Chiude il numero la rubrica dedicata alle recensioni di volumi di recente pubblicazione.
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