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Violenza di genere, incontro in comune a Borgosesia

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Violenza di genere, incontro in comune a Borgosesia

BORGOSESIA – Venerdì 28 novembre nella sala consiliare del Comune di Borgosesia è stato organizzato l’incontro: Dalla manipolazione al click: la violenza tra le relazioni e il digitale, fortemente voluto da Francesco Nunziata, Assessore ai Servizi alla Persona dell’Unione Montana dei Comuni della Valsesia, che da anni è impegnato sul tema della lotta contro la violenza di genere, prima con Eos e poi con lo Sportello Antiviolenza, al quale ha partecipato l’Assessore Regionale alle Pari Opportunità, Marina Chiarelli.

Violenza di genere, incontro in comune a Borgosesia

Il Comune di Borgosesia era rappresentato dal Sindaco, Fabrizio Bonaccio, dal Vice Sindaco, Eleonora Guida, e dalla Consigliera Liliana Pasqualin. L’incontro è stato presentato dalla giornalista Lorella Morino che ha aperto la serata citando i dati dei femminicidi, che in Piemonte nel 2024 sono stati ben nove, segnalando anche il preoccupante aumento del numero di donne vittime di violenza, che spesso si sviluppa all’interno della famiglia. Questi dati sono stati analizzati e commentati da Jessica Chiarolla e Martina Rabito, operatrici del Centro Antiviolenza attivato dall’Unione Montana dei Comuni della Valsesia. Gli Sportelli di Borgosesia e Varallo, sono luoghi protetti, dove le donne vengono ascoltate e accolte con rispetto e discrezione, per poi elaborare progetti di aiuto personalizzati: “Nel 2025 sono stati registrati trentasette accessi, con quindici prese in carico, cinque donne hanno trovato ospitalità in casa-rifugio: se una donna chiede aiuto vuol dire che la violenza ha iniziato a perdere il suo potere”.

Alla serata sono intervenuti anche Tommaso e Francesca, due giovani “che non sono passati oltre” cioè non hanno ignorato ciò che stava succedendo, dando prova di senso civico e di maturità. La loro presenza è stata fortemente voluta dall’Assessore Regionale Chiarelli per avere un confronto diretto con i giovani. Francesca ha sottolineato che bisogna partire dall’educazione e che il ruolo della famiglia e della scuola è fondamentale: “C’è bisogno di educazione relazionale e di educazione all’affettività”. Tommaso, che frequenta la quarta Liceo Linguistico in una classe formata per la maggioranza da studentesse, ha parlato di “educazione sentimentale”, deprecando l’esistenza di: “Comportamenti violenti accettati come accettabili, che sono poi l’inizio di altre violenze”. L’Assessore Chiarelli ha ricordato come la Regione Piemonte si stia impegnando a fondo su questi problemi, preannunciando che nell’elaborazione degli interventi i giovani verranno coinvolti attivamente.

Poiché l’informazione è essenziale per prevenire la violenza di genere, Chiara Rollero, docente presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino, ha illustrato le quattro fasi del ciclo della violenza, “processo intermittente e graduale”: “Luna di miele, tensione, violenza, pentimento: poi tutto ricomincia, perché la vittima abbassa le difese, vuole credere alla possibilità di riconciliazione”. Rollero ha sottolineato come spesso negli uomini attori di violenza si possa rintracciare una storia di violenze perpetrate anche con una certa malizia: “Colpire parti del corpo della vittima non visibili, gentilezza in pubblico: tutto è premeditato”. Solo il 10% di queste persone violente ha problemi psichiatrici, il 90% sono persone “normali”, inserite nel contesto sociale: “La violenza di genere è trasversale allo status sociale e al livello socio-economico. Le vittime di violenza hanno tempi diversi di elaborazione di quanto è loro accaduto, per questo, a volte, si arriva tardi alla denuncia”.

Nella seconda parte della serata si è parlato di sexting, l’invio, la ricezione e la condivisione di messaggi, foto o video a sfondo sessuale esplicito o implicito, tramite dispositivi tecnologici, che può essere consensuale tra i partecipanti o non autorizzato, ad esempio quando i contenuti vengono diffusi pubblicamente da terzi: “In Italia un’indagine del 2024 ha rivelato che il sexting nella fascia 18-19 anni è praticato dal 75% dei giovani, quindi è diventato un fenomeno quotidiano, ma è un comportamento estremamente rischioso che espone al revenge porn, alla diffusione non consensuale di immagini o video intimi, spesso da parte di ex partner con l’intento di umiliare o vendicarsi”. E’ quindi più che mai necessario presentare ai ragazzi il rischio che corrono utilizzando il web alla leggera.

Eleonora Guida, Vice Sindaco e Assessore alla gentilezza, ha letto due storie terribili di donne che si sono confidate con lei: “Molto diverse tra di loro e molto vicine a noi, insospettabilmente vicine a noi”. Chiara Maio, educatrice presso la Casa della Mamma e del Bambino ha dato voce ad una delle ospiti, leggendone la storia.

Al termine della serata è stato presentato il nuovo progetto dello Sportello Antiviolenza: una serie di scatole di legno, realizzate dagli studenti della Scuola Barolo, che verranno collocate nei centri principali di Valsesia e Valsessera per accogliere i messaggi o le denunce dei cittadini sul tema della violenza contro le donne.

La serata è stata utile ed apprezzata, come dimostrava la presenza di un pubblico numeroso ed attento, l’interessamento e l’impegno dei politici è indicatore di un cambiamento culturale rispetto a questo tema troppo spesso nascosto, o minimizzato.

Il dialogo proseguirà ed è già stato annunciato il prossimo incontro: venerdì 12 dicembre, sempre in Sala Consigliare alle 20.30, con ospite Solange Marchignoli, avvocata penalista, nota al pubblico televisivo per aver lavorato su casi di cronaca che hanno fatto discutere l’opinione pubblica come quello di Alessia Pifferi, o della sedicente veggente Gisella Cardia. Solange Marchignoli è stata vittima di violenze fisiche e verbali da parte dell’ex convivente e si è sentita in dovere di dimostrare che non bisogna avere paura o vergogna di raccontare questi fatti: “Bisogna denunciare, la giustizia esiste e può proteggerci”.

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