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Il collegamento Bannio-Fobello… s’ha da fare!

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L’arch. Pietro Bondetti, che nell’agosto del 1991 aveva partecipato alla presentazione, del progetto per la realizzazione di una strada di collegamento tra Bannio Anzino e Fobello, è evidentemente un nostalgico: «Ho sempre ritenuto un peccato che a quella fase progettuale non si sia mai, per diversi motivi, dato seguito. A maggior ragione sarebbe il momento di ripensarci, proprio ai giorni nostri: desideriamo che la montagna non si spopoli, che i giovani tornino a valorizzarla e a viverla, che venga recuperata nelle sue risorse paesaggistiche, alpeggi, baite, che la si riqualifichi rendendole giustizia? Servono le strade per raggiungerla più facilmente, perché non venga tagliata fuori da un processo di sviluppo, ovviamente ecosostenibile, necessario».
Bondetti riporta in auge quel vecchio progetto, «redatto dall’arch. Carlo Canna di Boccioleto che ci aveva lavorato insieme a un professionista dell’Ossola. Non una strada invasiva e invadente, nulla che deturpi il paesaggio, che lo snaturi, tutt’altro. Sono stato da poco a Baranca, alle Selle, e salendo ho incontrato qualche donnetta ancora col gerlo pieno di tome e burro, chili e chili di peso sulla schiena. Bisogna permettere di raggiungere gli alpeggi in maniera più agevole, appunto con piste a uso agricolo, che non danneggiano i nostri monti, anzi, li aiutano a mantenersi in vita. Pensiamo anche, per esempio, alle baite, alle piccole abitazioni, che si potrebbero ristrutturare se solo si potesse far arrivare sul posto il materiale occorrente con un pick up, senza essere costretti a noleggiare un elicottero sostenendo costi elevatissimi».
La strada che sogna Bondetti collegherebbe Bannio con le Selle di Baranca e poi Fobello Santa Maria.
«La Regione Piemonte ha tra l’altro concesso recentemente un contributo di ben 500mila euro alla Valle Anzasca per realizzare una via che arrivi appena sotto le Selle» ricorda ancora Bondetti. «Qui in Valsesia siamo fortunati: siamo rappresentati da alcuni dei nostri amministratori in Provincia con il presidente Eraldo Botta, in Regione con il conigliere Angelo Dago e a Roma con il deputato on. Tiramani. E’ a loro che ci affidiamo perché supportino il territorio in questa richiesta di concedere alla montagna lo sviluppo che merita, sviluppo che, è chiaro, passa per le strade».
Ora, se dalle Selle di Baranca si vuole scendere a Bannio ci si serve della mulattiera, tracciata alla fine dell’800.
Conclude: «E’ la gente di montagna che lo chiede. Nella mia recente visita a Baranca più di uno mi ha detto: “parlagli tu, ai nostri politici, come hai fatto per il viadotto di Doccio, che stanno finalmente sistemando!”».

1 Commento

1 Commento

  1. alessandro belviso

    3 Agosto 2020 at 17:51

    per un q di latticini e qualche baita da aggiustare magari di qualche amichetto una schifezza di strada

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