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A Varallo la presentazione di “Cave Spente nelle province di Biella, Novara, Verbania, Vercelli”

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VARALLO – Sabato 5 novembre alle ore 11, a Palazzo Racchetti, sede della Biblioteca Civica “Farinone-Centa” di Varallo, Giorgio Faglia presenterà: “Cave Spente nelle province di Biella, Novara, Verbania, Vercelli”, secondo volume.

Il progetto è il primo tentativo di censimento delle cave non più utilizzate del territorio di ben quattro province: Vercelli, Novara, Biella, Verbania. Tutte le cave citate nel volume sono “spente”, cioè non sono più attive, sia per motivi di salvaguardia ambientale, che per i costi eccessivi che comporterebbe l’estrazione di materiali: oggi quasi tutti i graniti sul mercato sono importati dalla Cina.
Dopo la pubblicazione nel 2019 del primo volume di “Cave Spente nelle province di Biella, Novara, Verbania, Vercelli”, che fu presentato in Biblioteca a Varallo e andò presto esaurito, Giorgio Faglia – serravallese, che si è sempre interessato a studi di geologia e mineralogia, e nel 2004 aveva fondato a Serravalle il Gruppo Mineralogico Paleontologico “Glycymeris” – ha proseguito nelle ricerche, perché erano emerse molte altre indicazioni della presenza di cave non più utilizzate sul territorio ed è stata pubblicata questa seconda parte, che comprende anche le cave di calce e le cave di pietrisco (non vengono considerate le miniere di minerali, le cave di ghiaia o di sabbia, e neppure le molte cave attive ancora oggi, presenti specialmente nel VCO). Due anni di ricerche, di sopralluoghi sul campo, di campagna fotografica, sono stati il tempo necessario per arrivare a compilare le nuove schede di un centinaio di cave.

Con gli amici di sempre: Fabrizio Bussolino e il padre Valter e con l’apporto di Flavio Bielli di Grignasco, che è stato prezioso per individuare alcune cave, tra le quali La Mutera, dalla quale si estraeva il “marmo rosso di Grignasco”, Giorgio ha ripreso le ricerche, documentando le nuove scoperte in questo secondo volume, strutturato sempre a schede, con una sintetica descrizione della singola cava ed esaurienti fotografie del fronte di cava e del materiale che ne veniva estratto, presentato sia grezzo, che levigato. Fondamentale per la localizzazione delle cave è stato l’aiuto di persone anziane del luogo, testimoni del lavoro nelle cave, mentre di alcune cave, delle quali si ha notizia, non è ancora stato possibile scoprire l’esatta ubicazione, perché si presentano come aree parzialmente o totalmente riconquistate dalla vegetazione.
In questo secondo volume sono state inserite anche due pagine didattiche: una dedicata alla produzione della calce, l’altra invece è una tavola delle ere geologiche, utile per orientarsi nella terminologia adottata nelle schede.

Le schede sulle cave potranno servire per sviluppare ulteriori studi, sia di carattere geologico, che storico–artistico. Questo libro è interessante anche sotto il profilo antropologico, come strumento prezioso per comprendere un mondo scomparso, in cui il lavoro dell’uomo ha modellato, e talvolta anche devastato, il paesaggio naturale per ricavare materiali lapidei per costruzioni e pavimentazioni.
Tra le cave “spente” a Rassa spicca quella del Massucco: Ireneo Passera, scultore, esporrà in biblioteca a Varallo alcune “pietre locali” e presenterà la scultura eseguita con il marmo del Massucco, donata al Comune di Rassa in occasione delle due Giornate FAI del 23 e 24 Luglio 2022: “Grazia traslucida” utilizzando l’aggettivo scelto, non a caso, da Don Ravelli, essendo un termine molto comune in letteratura geologica per indicare che la luce non viene riflessa, ma assorbita dai cristalli.

Il primo libro sulle “cave spente” era stato dedicato da Giorgio alla moglie Ornella, che condivideva la “passione per le pietre”, mentre questo secondo volume è stato dedicato: “Ad un grande amico sfortunato. Ciao Ros”: Rossano Biglia, tipografo serravallese, collezionista di cartoline, conservatore delle memorie di storia locale, che aveva impaginato e seguito il primo libro sulle cave, purtroppo mancato a causa del COVID. Il progetto grafico e l’impaginazione del secondo volume, che è corredato da oltre settecentocinquanta fotografie a colori, sono stati curati dal figlio di Rossano: Michele Biglia.

 

Piera Mazzone

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