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Camasco, grande successo di pubblico in occasione delle Giornate d’Autunno del FAI

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CAMASCO – Grande successo di pubblico in occasione delle Giornate d’Autunno del FAI per l’apertura di tre luoghi significativi di Camasco, oggi frazione di Varallo, un tempo Comune autonomo: la Chiesa della Madonna Addolorata, la Chiesa Parrocchiale di San Bernardo e l’Asilo Comola, da parte del Gruppo FAI Valsesia, appartenente alla Delegazione di Novara, guidato da Caterina Gromis di Trana. Sono stati registrati ben 1215 passaggi. Gli studenti del Liceo Scientifico di Borgosesia e del Liceo di Scienze applicate di Gattinara hanno fatto da “ciceroni” e sono stati molto apprezzati per la loro chiarezza espositiva.

Il paese oggi purtroppo conta solo una quarantina di residenti, ma in estate la popolazione aumenta per il ritorno dei proprietari alle antiche case nei periodi di ferie e per la presenza di villeggianti attirati dal clima e dalla tranquillità del luogo. La storia della Comunità, fino al 1929, anno dell’annessione a Varallo, è stata ricostruita da Annita Guglielmina Squaratti in un volume intitolato: “Pascular…buscar…stramar…”, titolo riferito alle attività prevalenti nella piccola comunità valligiana, completato quest’anno con la pubblicazione del libro che raccoglie le storie dei militari camaschesi: “…e le stellette che noi portiamo…”.

In occasione delle Giornate d’Autunno le donne camaschesi, anche le più giovani, hanno indossato i costumi “moderni” nati negli anni Cinquanta del secolo scorso, frutto di un’innovazione al costume tradizionale di colore verde scuro, ritenuto troppo disadorno, del quale è stato possibile ammirare un esempio in quello indossato dalla Signora Maria Mercede.

Il punto di attrazione è stato l’Asilo Comola, presentato da volontari del paese che, con orgoglio, hanno mostrato questa istituzione nata nel 1914, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, che compendia arte, cultura, ambiente, storia e tradizioni: un luogo singolare che fu Asilo, Scuola, Museo e oggi mantiene una destinazione legata ai giovani, secondo le volontà del fondatore, infatti è una Casa per ferie ed è diventato luogo di ritrovo per la Comunità: ospita mostre, come nel caso della bella raccolta fotografica che illustra la vita camaschese, in tutte le sue valenze, dai momenti di festa, come il Carnevale, alle tradizioni religiose, come la processione della Madonna del Carmine. Le attività del paese sono ricordate con l’esposizione di antichi attrezzi agricoli, dei quali due presentano una singolarità, hanno preso nome dalle due famiglie che li perfezionarono: la Piana, pialla grossa utilizzata per i pavimenti, la Caula usata per portare la legna.

Ignazio Giovanni Comola (1839-1918), emigrato da Camasco come lattoniere, grazie alla sua intraprendenza fece fortuna, tanto da diventare proprietario di un’industria, una “fumisteria” a Roma, dove costruì un gran numero di lampade, stufe e bracieri che ebbero successo in tutta Italia, di cui molti esemplari si possono ammirare all’interno del Museo che, in un’unica sala, accoglie memorie familiari, ritratti ad olio e testimonianze della sua attività. Comola fece erigere nel suo paese natale l’Asilo Infantile in memoria dei suoi due figli, Luigi e Luigina, entrambi morti in tenera età: inaugurato nel l914, rimase attivo fino alla chiusura delle scuole nella frazione.

Le due chiese dedicate all’Addolorata e a San Bernardo, solitamente sono chiuse, ma all’interno custodiscono dei veri e propri tesori: dai preziosi paramenti esposti per l’occasione, agli arredi, tra i quali degna di nota è una preziosa acquasantiera cinquecentesca, ai quadri ed alle statue. Nella chiesa di San Bernardo era conservato un quadro del famoso pittore Tanzio da Varallo, raffigurante San Rocco, che fu commissionato dai Camaschesi come ex voto per essere scampati alla peste. L’originale nel 1952 fu depositato presso la Pinacoteca di Varallo, dove fu restaurato e oggi è visibile nella sala dedicata al grande pittore di origine alagnese. A Camasco, in occasione delle Giornate d’Autunno del Fai, è stata donata una copia a grandezza naturale del quadro, ampiamente illustrato da Paola Angeleri, Direttore di Palazzo dei Musei.

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