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Cento anni di «Valsesiana», il giorno si avvicina…

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VARALLO – Il 24 settembre 1922 nel firmamento degli Alpini nasceva una nuova stella, la Sezione Valsesiana con sede a Varallo. Giornata memorabile: da Ivrea era arrivato, accompagnato da una scorta militare d’Onore, il Vessillo del Monrosa, offerto dalle Signore Varallesi. Al teatro Civico avvenne in forma ufficiale la costituzione, con insediamento del primo Consiglio Sezionale, primo presidente Alpino Eugenio Rappa, vice Giuseppe Racchetti, coadiuvati da 12 consiglieri.
Così la Sezione Alpini Valsesiana muoveva i primi passi verso un radioso avvenire. Il Decimo Reggimento, quello degli Alpini in congedo, contava un Battaglione (così si chiamavano le Sezioni ), quello della Valsesiana.

La Sezione Valsesiana approda a questa nuova importante tappa dopo aver attraversato un lungo, brillante periodo di tempo, completo di fatti gloriosi, nel volgere del quale gli Alpini iscritti sono saliti da 17 Scarponi Fondatori a 2.300, per essere oggi una forza di 1.600, con un buon numero di aggregati a patronesse.
Gruppi, manifestazioni a scopo benefico, realizzazioni di opere e di iniziative hanno collaudato l’invidiato e ormai proverbiale spirito di corpo che unisce la grande Famiglia delle Penne Nere.
La Valsesiana sta per compiere 100 anni, un secolo di vita alpina. Il genetliaco cadrà appunto il 24 settembre, e gli Scarponi Valsesiani per festeggiarlo (la festa per il centenario si terrà domenica 31 luglio) avranno a disposizione la loro nuova sede, a Roccapietra.

La prima sede sezionale, in via Umberto I, era veramente degna di un comando di Corpo d’Armata, ma presentava il grave inconveniente di non essere proprietà dell’ANA.
Per questo motivo le Penne Nere ricevettero un giorno l’ordine di sfratto e , pochi mesi dopo, con armi e bagagli dovettero trasferirsi altrove. La situazione divenne sempre più precaria e dopo varie peregrinazioni il Consiglio Sezionale decise di acquistare un locale a pianterreno del Condominio Pietra Sora a Varallo, in centralissima posizione. Le pratiche furono laboriose e difficoltose, ma con l’aiuto finanziario di diversi Gruppi Alpini e di privati vennero superate.
Così con legittimo orgoglio si poté dire che la Valsesiana possedeva veramente una sede tutta sua, piccola ma bella, luminosa, signorile e arredata con gusto.

Ma veniamo ai giorni nostri, facciamo un passo indietro anzi due, il past president, Gianpiero Rotti, andato avanti troppo presto, credendo in una sede nuova così diceva: «La nuova Sede Sezionale sorgerà a Roccapietra in un’area compresa fra l’eliporto e la sede del Soccorso Alpino e avrà una dimensione di 400/500 metri quadri. E’ stata pensata per essere una sede degna e per mettere a disposizione delle Commissioni spazi idonei alle loro esigenze».

Qualcuno ci ha dato dei pazzi, ci hanno detto che non era il caso, che una sede già l’avevamo, è vero, ma chiunque abbia visto la nostra ex sede si è reso conto che era molto ridotta e quindi inadatta alle attuali esigenze.
La nostra è una grande Sezione, tutti lavoriamo per migliorarla sempre di più ed è giusto darle uno spazio degno.
E non c’è gruppo da Alagna a Pray Pianceri, da Gattinara a Quarona, da Breia a Campertogno, da Cellio a Guardabosone, da Romagnano a Mollia, da Crevacuore ad Aranco, da Varallo a Isolella così come tutti gli altri che non abbia presenziato all’inaugurazione della nuova sede sezionale, come a dare inizio a un nuovo cammino, una rinascita della Valsesiana.

Il taglio del nastro, per mano della Patronessa Gianna Amadi in Rotti, data 3 ottobre 2015.
Ad oggi la sezione Valsesiana, guidata dall’Alpino Gianni Mora, al suo secondo mandato, conta 15 Commissioni che spaziano dalla Protezione Civile al Coro Alpin dal Rosa, dalla Fanfara Alpina Valsesiana al Teatro, passando per la Cultura e la Mostra Itinerante e quella Sportiva, sempre attive e ben presenti sul territorio. Un plauso particolare lo si deve alla Protezione civile sezionale, che in questi due anni di pandemia non ha lesinato ore, giorni di lavoro, chilometri su chilometri per la comunità.
Ora stiamo per realizzare un qualcosa di grande, celebrare 100 anni, un secolo di storia alpina valsesiana, un qualcosa per cui i nostri Veci Soci Fondatori, se vedessero il lavoro svolto, sarebbero fieri di noi «giovani», e come dice il motto della nostra associazione «Onorare i morti aiutando i vivi», il pensiero ben radicato in tutti noi va a loro che ci hanno passato il testimone affidandoci l’incarico di portare avanti ciò in cui credevano.

E tra qualche settimana vivremo, con fratellanza mista a gioia ed emozione, un evento che quasi sicuramente per noi rimarrà storico.
Evviva gli Alpini, evviva la Valsesiana.

Savio Vercelli

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