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I Custodi della Valsessera esprimono sostegno al Circolo Biellese «Tavo Burat»

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I Custodi della Valsessera esprimono sostegno al Circolo Biellese «Tavo Burat»

La dirigenza regionale di Legambiente ha recentemente sospeso il «Circolo Biellese Tavo Burat odv» inibendogli l’uso della denominazione e del logo di Legambiente. La sospensione è stata decisa in relazione a un post pubblicato in data 6 novembre 2023 nella pagina Facebook del sodalizio in cui il Circolo biellese esprimeva perplessità sulle tesi e sui lavori congressuali.
Sulla questione interviene ora «Custodiamo la Valsessera»: l’associazione nata nel 2009 per contrastare il progetto di costruzione in area SIC di un grande invaso sul torrente Sessera al posto di quello attuale, si è rivolta con una missiva al presidente di Legambiente Nazionale aps, Stefano Ciafani e al presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Alice De Marco.

I Custodi della Valsessera esprimono sostegno al Circolo Biellese «Tavo Burat»

«Senza entrare nel merito delle vicende oggetto di contestazione, in qualità di presidente» scrive Albino Foglia Parrucin «mi preme far presenti alcune cose, per noi molto importanti. Innanzitutto la nostra lunga, faticosa e sin qui vittoriosa battaglia – si tenga presente che il Consorzio di Bonifica della Baraggia, il proponente, la diga non l’ha fatta, nonostante abbia ottenuto il VIA positivo già nel 2014 – non sarebbe neppure iniziata se da parte di Legambiente non fosse stata garantita assistenza fattiva su come costituirci e come muoverci a livello istituzionale e comunicativo. Il gruppo che spontaneamente si è raccolto, composto da singole persone della valle, amministrazioni comunali (Trivero, Mosso, Coggiola, Pray, Sostegno), associazioni naturalistiche, ricreative e culturali (DocBi-Centro Studi Biellesi, CAI Valsessera) ha trovato in Legambiente il fulcro e il motore dell’azione».

Le iniziative messe in campo

Il presidente dei «custodi» ha quindi ricordato le iniziative messe in campo insieme in questi anni (campagne di raccolta firme, organizzazione di passeggiate, fiaccolate, visite guidate, serate di approfondimento tematico sugli aspetti naturalistici, economici e sociali del progetto), evidenziando poi l’attività di contrasto ai piani del Consorzio con una continua presenza sui media (giornali e social), attraverso sollecitazioni insistenti verso gli esponenti politici del territorio eletti negli organi regionali e statali e infine con la predisposizione di puntuali e circostanziate osservazioni tecniche inviate agli organi di controllo e ai centri decisionali in fase di valutazione.

«Ottenuto il VIA nonostante la nostra opposizione» prosegue nella lettera Parrucin «il progetto non è diventato esecutivo anche grazie al ricorso acceso dal nostro Comitato presso il Tribunale delle Acque di Roma che, sebbene alla fine respinto, ha tenuto in scacco il Consorzio per altri anni e ha comportato l’imposizione al proponente di una serie di prescrizioni. E non è finita qui: seppure rallentata, la nostra attività continua a tutt’oggi per fronteggiare i tentativi del Consorzio di assicurarsi in extremis i fondi pubblici con cui finanziare l’opera e il proprio business. Non avremmo potuto fare niente di tutto ciò senza l’impegno disinteressato e assiduo, le vaste competenze e la passione di Daniele Gamba. Fin dall’inizio egli ha messo a disposizione del comitato una mole di lavoro impressionante e la sua passione per la difesa dell’ambiente oltre che, e non secondariamente, per le forme democratiche di partecipazione attiva».

E conclude sottolineando come i «custodi» siano rimasti «molto sorpresi e amaramente colpiti» dai provvedimenti disciplinari adottati nei confronti del «Circolo Biellese Tavo Burat odv» e del suo presidente: «Confidiamo nel fatto che siano ritirati, altrimenti riteniamo che verrebbe azzerato un gruppo di lavoro che molto si è speso per la difesa della valle Sessera».

 

Immagine di archivio

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