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FOTOGALLERY: Riccardo Moia è il Romagnanese dell’anno

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E’ il giovane medico e ricercatore Riccardo Moia il «romagnanese dell’anno» per il 2019. Il riconoscimento è stato conferito dal sindaco Alessandro Carini nel corso della festa di San Silvano. La manifestazione quest’anno è stata coronata da completo successo e ha saputo unire in armonia momenti di fede e tradizione a un’apprezzata serie di iniziative culturali, enogastronomiche e di intrattenimento che hanno visto grande partecipazione. La comunità ha reso onore al suo patrono San Silvano, con una partecipata e ben riuscita festa. Alla funzioni religiose si sono alternate divertenti serate in piazza, organizzate da Romagnano Cafè, associazione che ha fatto vivere un weekend di spettacolo, gastronomia e divertimento. Nonostante il temporale di sabato 6, si è lo stesso riusciti a portare sul palco la musica, mentre, dato che all’ora di cena pioveva, le specialità sono state servite la sera di domenica, quando col bel tempo, la gente è scesa in piazza per gustare i manicaretti sotto le stelle.
Le esibizioni di danza e ballo, nella serata di venerdì hanno dato il via ai festeggiamenti, tra i tanti applausi della piazza gremita.
Domenica mattina ha visto invece la Santa Messa celebrata in chiesa abbaziale, e preceduta dalla processione per le vie del paese. Un lungo corteo di fedeli ha preceduto la sacra reliquia e la statua raffigurante il giovane San Silvano insieme alla madre Santa Felicita, mentre la Banda ne accompagnava il passaggio. Presenti anche il gonfalone del Comune, col sindaco Alessandro Carini e l’Amministrazione comunale, i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, l’associazione Romagnano Cafè e le consorelle della Confraternita della Madonna Addolorata.
Alle 10,30, la funzione solenne in chiesa, con i canti della corale «Santa Felicita».
«Siamo qui oggi dopo 17 secoli per celebrare San Silvano» ha detto don Gianni durante l’omelia «Silvano, o Silano, come si legge in alcuni antichi documenti, era un giovane ragazzo romano, vissuto durante la persecuzione dei cristiani, morto per martirio insieme ai suoi sei fratelli. La loro madre, Santa Felicita, è stata prima attivissima nella evangelizzazione e poi inflessibile nel non negare la sua fede cristiana. Processata a causa della sua fede, non cedeva, anche se il giudice del processo faceva leva sul suo amore per i figli. Felicita andò oltre l’amore fisico, il suo era un amore spirituale, e disse ai suoi ragazzi di non avere paura, perché dopo la morte si sarebbero ritrovati tutti in paradiso insieme al Signore».
Don Gianni ha ricordato poi la tragica conclusione della vicenda, con il martirio di Felicita, Silvano e dei suoi fratelli, che non hanno ceduto alla cattiveria di chi voleva cambiare la loro fede. «Questa è la morale di tutto il nostro credere» ha detto ancora don Gianni «Gesù ne è il perfetto esempio: per avere il bene, si deve fare il bene. Non può venire del bene dal male. Un atto malvagio, anche se noi a volte lo crediamo, non può mai portare ad un qualcosa di buono o benefico. Chiediamo a San Silvano di darci la forza di fare sempre il bene, e di fare le scelte giuste, sapendo che l’amore del Signore è sempre con noi».
Nella giornata di mercoledì 10, una nuova S. Messa è stata celebrata per la data liturgica della festa, e concelebrata da don Gianluigi Cerutti. C’è stata inoltre l’apertura straordinaria della nicchia delle reliquie di Santa Felicita.
Anche il Museo Storico Etnografico di Villa Caccia ha reso omaggio alla festa con una apertura straordinaria delle sue sale, dov’è allestita la mostra «Io sono una scatola», inaugurata sabato 6. Infine, nella serata di mercoledì, il concerto della Banda, tornata ad esibirsi in piazza con la direzione del maestro Fulvio Angelini e l’intervento della cantante Alessandra Ferrari, e la consegna del premio «Romagnanese dell’anno». Il riconoscimento è stato assegnato a Riccardo Moia, giovane medico ematologo e ricercatore all’ospedale di Novara. Il premio gli è stato consegnato dal sindaco Alessandro Carini.
«Ringrazio tutti per aver deciso di dare a me questo riconoscimento» ha detto Moia «sono molto contento, Romagnano è il mio paese, a cui sono molto legato, mi dispiace perché con il mio lavoro non riesco più come prima ad aiutare nelle varie attività di cui ho sempre fatto parte, come l’oratorio, ma io sarò sempre affezionato a questi luoghi».
Quello dato al giovane medico non è stato l’unico premio della serata.
E’ stata infatti consegnata una targa anche a Mauro Cardani, clarinettista della Banda Musicale, che fa parte del sodalizio da ben 50 anni. La serata ha così degnamente suggellato la riuscitissima festa.
«Ringrazio tutti coloro che si sono impegnati per questo evento» ha detto il sindaco Carini «dai musicisti, agli organizzatori, chi ha curato la parte religiosa e l’associazione Romagnano Cafè per la bella festa in piazza, che ha richiamato tanta gente».

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