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Giornate d’Autunno Fai in Valsesia, all scoperta di Montrigone e i suoi tesori di storia

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BORGOSESIA – Sabato 16 e domenica 17 ottobre tornano le attese Giornate d’Autunno FAI, organizzate dalla Delegazione Giovani della Valsesia. La meta sarà Montrigone, frazione di Borgosesia, con i suoi tesori di fede, di arte e di storia: il Sacro Monte, noto come Sacro Monte di Sant’Anna, dalla dedicazione della chiesa che sorge in cima al colle, l’antico torchio e l’Oratorio di San Grato.

Il Santuario di Sant’Anna è raggiungibile percorrendo un breve sentiero che sale al colle, fiancheggiato da una serie di cappelle raffiguranti le stazioni della Via Crucis, affrescate dal pittore Lorenzo Peracino, che terminò la sua opera nel 1763. Il Monte Fenera con il suo Parco Naturale, importante dal punto di vista geologico, paleontologico ed archeologico, fa da sfondo a questa agevole passeggiata. Edificato sui resti del castello dei Conti di Biandrate, il Santuario venne eretto come ex voto, tra il 1631 e il 1639, per volere dei capifamiglia locali e fu dedicato alla Madonna delle Grazie e ai santi Rocco e Marco, che avevano preservato gli abitanti della frazione dalla terribile peste “manzoniana”, che nel 1630 era arrivata anche in Valsesia. Nel 1743, la presenza di una sacra reliquia fece sì che il Santuario fosse intitolato anche a Sant’Anna. Gli studiosi concordano nell’attribuire il progetto della chiesa a Giovanni D’Enrico, architetto e scultore a cavallo tra il ‘500 e il ‘600, che operò al Sacro Monte di Varallo, per poi concludere la sua carriera a Borgosesia. Sono certamente del D’Enrico l’ideazione ed il disegno di gran parte dei gruppi statuari presenti nelle cappelle poste all’interno dell’edificio.

Durante le Giornate Fai d’Autunno il FAI Giovani della Valsesia proporrà ai visitatori di raggiungere il Santuario percorrendo il sentiero degli antichi pellegrini, affiancato dalle cappelle della Via Crucis. Alla base della salita al Santuario saranno presenti alcuni volontari FAI, che declameranno teatralmente le norme alle quali, nel Seicento, i pellegrini dovevano attenersi per raggiungere i Sacri Monti prealpini fioriti tra il XVI e il XVII secolo, meta dei viaggi devozionali.

Quando i visitatori giungeranno di fronte al santuario, giovani volontari racconteranno come la peste colpì Montrigone e questi luoghi nel 1630, quali furono i provvedimenti presi per arginarla (a volte la storia e l’attualità si confondono) e, infine, illustreranno le ragioni che portarono all’edificazione della chiesa come voto per grazia ricevuta. All’interno del Santuario, altri volontari del FAI si alterneranno nella descrizione del ricco patrimonio artistico.

Sarà poi possibile proseguire la visita all’antico torchio monumentale, posizionato nel cuore della frazione, un tempo affiancato dal forno comune, che in seguito fu sostituito dal lavatoio, per permettere alle donne della frazione di fare il bucato senza scendere al fiume. I primi documenti attestanti l’esistenza del Torchio risalgono al 1600: era di proprietà del mugnaio Gian Battista Daij detto “Panigà”, ma il manufatto è certo molto più antico: la datazione delle parti lignee lo colloca a metà del secolo XV.

Nel corso degli ultimi anni l’Associazione Terrieri, di cui fanno parte i capifamiglia frazionali, ha realizzato diversi interventi per la conservazione e valorizzazione dello storico torchio. Durante le Giornate d’Autunno del FAI, grazie alla costante presenza di volontari, sia del Fai, che dell’Associazione Terrieri, i visitatori potranno liberamente accedere all’interno del semplice locale che ospita il monumentale torchio: saranno fornite precise indicazioni sull’utilizzo e sul funzionamento delle antiche attrezzature utilizzate per la produzione del mosto, del sidro, dell’olio di noce, e naturalmente per la macinazione delle farine.

L’Oratorio di San Grato, sorse in mezzo ai campi, come luogo di sosta e di preghiera per i contadini. Col tempo le case, le officine artigianali ed industriali l’hanno sempre più inglobato nella frazione, dove però resta un unicum di Fede e di arte. L’Oratorio nel 1477 venne citato tra gli oratori presenti nel territorio del Borgofranco di Seso: all’inizio era una semplice cappella ad orandum, poco si conosce sull’evoluzione successiva: bisognerà attendere il 1590 per averne una dettagliata descrizione. Durante le Giornate Fai il Fabbriciere dell’Oratorio, Massimo Pizzoglio, sarà a disposizione dei visitatori per illustrare le preziose testimonianze artistiche: dalla statua lignea quattrocentesca del Santo con la mitra in capo, reggente la testa del Battista, che sarà eccezionalmente visibile durante le Giornate Fai d’Autunno (tale statua viene esposta solo nel giorno della festa del Santo) all’antico reliquiario cinquecentesco, ritrovato in un cassetto segreto di una cassapanca. Gli affreschi quattrocenteschi, che adornano le pareti dell’oratorio, presentano una parata di santi ai quali il mondo contadino è particolarmente devoto. Gli affreschi absidali, cinquecenteschi, sono di scuola gaudenziana. Nell’interno degni di nota sono anche alcuni quadri di soggetto religioso.

I giovani volontari del Fai si avvicenderanno nel racconto di aneddoti, storie, leggende legate a San Grato e agli altri personaggi ritratti negli affreschi quattrocenteschi, facendo rivivere l’articolata realtà devozionale di un mondo rurale ormai scomparso.

Modalità di accesso ai beni

L’accesso a tutti i beni è assolutamente gratuito. Sarà richiesto il Green Pass per i luoghi chiusi (Santuario di Sant’Anna, interno Torchio, Oratorio di San Grato) e l’ingresso sarà regolamentato in base alla capienza dei singoli edifici.
Durante le Giornate d’Autunno per i visitatori che vorranno iscriversi per la prima volta al FAI ci sarà la possibilità di farlo fruendo di tariffe agevolate.

Piera Mazzone

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